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Fondo sovrano norvegese: in favore di BP contro Follow This

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Il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo con i suoi 1.400 miliardi di dollari, ha dichiarato sabato 22 aprile che voterà contro una risoluzione che chiede alla major petrolifera britannica BP di adottare obiettivi più severi in materia di gas serra.

Sebbene BP punti già a ridurre le emissioni, la mozione presentata dal gruppo attivista Follow This in vista del voto degli azionisti del 27 aprile chiede alla società di allinearsi all’obiettivo dell’accordo sul clima di Parigi di limitare il riscaldamento globale.

Il fondo petrolifero norvegese voterà contro la risoluzione sul clima all’assemblea generale di BP

La risoluzione degli attivisti per il clima

Lo scorso dicembre il gruppo di attivisti Follow This ha presentato una risoluzione congiunta a sei grandi investitori istituzionali che gestiscono un patrimonio di 1.300 miliardi di dollari in vista delle assemblee generali annuali delle major petrolifere BP Plc, Chevron Corporation, Exxon Mobil Corporation e Shell Plc.

Follow This chiede che le aziende si impegnino a ridurre le emissioni assolute entro il 2030, in linea con l’accordo di Parigi sul clima, comprese le emissioni derivanti dalla combustione dei combustibili che vendono, note come emissioni Scope 3.

Secondo gli scienziati, infatti, il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019, per avere qualche speranza di raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento ben al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali.

La risoluzione di Follow This necessita del 75% dei voti per essere approvata.

Tuttavia, la società britannica ha definito la risoluzione di Follow This poco chiara, semplicistica e dirompente e ha affermato che essa invade la responsabilità del consiglio di amministrazione di definire la strategia dell’azienda. Il consiglio di amministrazione non ritiene che la risoluzione attivista sia nell’interesse della società o dei suoi azionisti, ha aggiunto BP.

Lo scorso febbraio, infatti, BP ha fatto marcia indietro sui piani di riduzione della produzione di petrolio e gas e delle emissioni. Ora punta a produrre 2 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno entro il 2030, con una riduzione di appena il 25% rispetto ai livelli del 2019, rispetto ai piani precedenti che prevedevano un taglio del 40%. Di conseguenza, BP ha ridotto le sue ambizioni di ridurre le emissioni dei carburanti venduti ai clienti al 20%-30% entro il 2030, dal 35%-40%.

Per questi motivi, il mese scorso il consiglio di amministrazione di BP ha raccomandato agli azionisti di votare contro la risoluzione degli attivisti per il clima all’assemblea degli azionisti del 27 aprile.

Il fondatore di Follow This, Mark van Baal, ha commentato la retromarcia di BP definendola un campanello d’allarme per gli investitori istituzionali, i gestori patrimoniali e i fondi pensione. Il voto allineato a Parigi deve riprendere slancio nel 2023, ha aggiunto.

L’anno scorso, tuttavia, il sostegno degli azionisti alla risoluzione di Follow This è sceso a circa il 15% degli azionisti di BP, rispetto al 21% dell’anno precedente.

Il fondo norvegese valuta attentamente ogni caso in merito alle proposte ambientali, sociali e di governance (ESG)

La controversa posizione del fondo sovrano norvegese

Il mese scorso due dei maggiori schemi pensionistici del Regno Unito hanno annunciato che voteranno contro il rinnovo dei vertici di BP e Shell, a meno che entrambe le società non rafforzino l’impegno ad affrontare le emissioni di carbonio.

Anche la Norges Bank Investment Management (NBIM), l’unità di gestione patrimoniale della banca centrale norvegese che gestisce il fondo sovrano dello Stato, lo scorso anno aveva dichiarato di voler adottare una linea più dura nei confronti delle aziende che non adottano piani climatici credibili.

Nonostante ciò, il fondo ha affermato sabato che, pur votando talvolta a favore delle proposte ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social, and Corporate Ggovernance, ESG) avanzate da gruppi di attivisti, valuta attentamente ogni caso nel merito.

Il fondo, costruito a sua volta sui proventi del petrolio e del gas, secondo gli ultimi dati disponibili, possedeva il 2,73% delle azioni di BP per un valore di circa 2,8 miliardi di dollari alla fine del 2022.

Il più grande investitore al mondo ha di recente riportato un rendimento del 5,9% nel primo trimestre. Il guadagno ammonta a 893 miliardi di corone norvegesi (pari a più di 84 miliardi di dollari), grazie al rialzo dei mercati azionari dopo le ingenti perdite dello scorso anno, secondo quanto è stato dichiarato dalla banca centrale.

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