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Forte volatilità per il gas naturale in Europa, dopo un guasto improvviso in Norvegia

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Le ultime 24 ore sono state piuttosto caotiche per il mercato europeo del gas naturale, dopo che l’export norvegese di questa materia prima è calato improvvisamente lasciando dubbi su quale fosse la causa. Poche ore dopo è arrivata a notizia di una chiusura improvvisa dell’impianto di Sleipner, una piattaforma di estrazione offshore che ora si trova in stato di manutenzione straordinaria. La Norvegia è un fornitore essenziale di gas per l’Unione Europea, essendo il principale esportatore tramite gasdotti e il secondo più grande esportatore tramite gas liquefatto. Solitamente la manutenzione degli impianti norvegesi avviene in modo programmato a metà della primavera, quando il fabbisogno europeo di gas comincia a scendere dopo l’inverno.

Il drastico calo della produzione di ieri non è stato programmato, bensì è stato dovuto alla scoperta di una crepa che ha interessato il sistema di trasporto tra la piattaforma offshore e l’impianto onshore di Nyhamna, dove il gas viene processato. Per evitare che una fuga di gas potesse causare un incendio o un inquinamento anomalo delle acque della zona, è stata presa la decisione di sospendere le operazioni. Per un momento, quando i mercati non erano consapevoli di quali fossero gli avvenimenti, la quotazione europea del gas naturale -quella dell’hub di Amsterdam- ha raggiunto i massimi da inizio anno. Oggi le cose sono andate calmandosi, grazie a un primo sopralluogo che rivela un’entità dei danni inferiore a quella temuta inizialmente.

Al momento non c’è ancora una data certa per la fine dei lavori di riparazione

Il fornitore principale europeo vacilla

Da novembre 2022 in poi, la Norvegia è diventata per distacco il più grande fornitore europeo di gas naturale. In media, durante questa stagione, il paese esporta circa 300 milioni di metri cubi di questa materia prima, principalmente verso Amsterdam e verso la Germania. Quando ieri i livelli di export sono improvvisamente calati a 256 milioni di barili, senza un’apparente motivazione, i trader hanno iniziato a comprare senza aspettare le notizie. In poche ore i rialzi hanno superato il 7% e la quotazione europea è arrivata a toccare i 38,56 €/MWh, il punto più alto di tutto il 2024. Oggi la produzione norvegese continua a soffrire la chiusura dell’impianto di Sleipner, ma i mercati si sono tranquillizzati e la quotazione è tornata intorno ai 37 €/MWh.

Equinor, la società che gestisce il monopolio dell’estrazione di idrocarburi in Norvegia, fa sapere che provvederà a ribilanciare il mercato europeo del gas naturale non appena la situazione sarà risolta. Già altri impianti hanno aumentato i livelli produttivi, mentre sul gasdotto guasto i lavori sono già in corso per riportare la situazione alla normalità. Queste notizie hanno immediatamente tranquillizzato i mercati. Ora che l’Europa sta considerando le sue prime sanzioni dirette sul gas russo, la stabilità del mercato dell’Unione è legata a doppio filo alla capacità della Norvegia e degli Stati Uniti di sopperire al gas russo.

I mercati sembrano ormai essersi tranquillizzati

Il danno non è critico

A calmare le acque ha contribuito molto il comunicato ufficiale di Gassco, l’azienda che gestisce la rete di gasdotti offshore in Norvegia. La società fa sapere che il guasto è di entità minore e che la produzione dovrebbe riprendere a pieno ritmo a breve, anche se per il momento preferisce non fornire una data specifica. Anche se l’operazione deve essere condotta in mare, cosa che porta con sé delle chiare conseguenze in termini di difficoltà tecniche, trattandosi di una crepa di lieve entità non dovrebbero volerci più di una o due settimane per ripristinare le operazioni. Nel frattempo i mercati stanno già scontando queste notizie positive sulle quotazioni del gas europeo, che sono in netto ribasso rispetto a ieri.

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