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Francia, a fuoco 900 tonnellate di batterie al litio

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Nel piccolo centro di Viviez, comune con poco più di 1.000 abitanti nel sud della Francia, si combatte contro un grande incendio scoppiato domenica mattina. Sono andate a fuoco 900 tonnellate di batterie al litio, un prodotto considerato altamente tossico e che può liberare gas tossici se esposto alle fiamme. Il sindaco del paese ha fatto sapere che per il momento non ci sono rischi per la salute della popolazione; sembra però presto per stabilirlo, dal momento che per il momento non si conoscono ancora gli effetti sull’ecosistema della zona. Nel frattempo l’incendio è stato domato, anche se ancora non completamente estinto a causa della natura altamente infiammabile del litio.

Le batterie al litio sono una tecnologia centrale nella transizione energetica, essendo il tratto distintivo dei veicoli elettrici. Tuttavia sono anche una tecnologia criticata per diversi punti, dalla necessità di un processo piuttosto impattante sull’ambiente per estrarre il litio alla natura delicata dei composti chimici che ne fanno parte. La fase del riciclo, essenziale per limitare l’impatto ambientale, è una di quelle più difficili da gestire sia dal punto di vista della sicurezza che dell’impronta climatica. Questo è uno dei motivi per cui le autorità sarde non hanno approvato il progetto del più grande centro di riciclo di batterie d’Europa, che avrebbe dovuto venire costruito sull’isola da Glencore e Li-Cycle.

Fortunatamente non ci sono state vittime

70 pompieri mobilizzati a Viviez

La risposta delle autorità francesi è stata tempestiva, con 70 pompieri che sono immediatamente accorsi sul luogo dell’incidente per confinare l’incendio. Si è deciso di stabilire un perimetro di 500 metri intorno all’origine delle fiamme, in modo da contenere il problema all’interno. Il fuoco è stato prima domato, poi si è deciso di lasciarlo consumare nel corso delle ore successive. Agli abitanti della cittadina è stato imposto un lockdown durato fino all 22.00, quando la vita nel paese è ripresa normalmente. Secondo i primi rilievi, non sono state riscontrate quantità pericolose di sostanze chimiche nell’aria di Viviez. Si teme soprattutto per il camdio: è un elemento altamente tossico e Viviez aveva già scritto nel suo regolamento di sicurezza che, in caso di fiamme incontrollate, questo avrebbe potuto essere liberato nell’ambiente.

Oltre a controllare la qualità dell’aria sarà importante controllare anche quella dell’acqua e dei terreni nei prossimi giorni. L’impianto di riciclo era gestito da SNAM, omonima del grande gruppo italiano; si tratta però di una coincidenza: la SNAM in questione è un’azienda al 100% francese, fondata nel 1977 e da sempre dedita al riciclo. Al momento la società non ha commentato sull’incidente e su cosa possa averlo causato. Quasi certamente verrà aperto un fascicolo d’indagine per attestare eventuali responsabilità dell’azienda, del management o dei lavoratori.

Il litio presente nelle batterie è altamente infiammabile

Il delicato tema del riciclo delle batterie

Le batterie al litio sono state una rivoluzione tecnologica, ma per il momento portano ancora con sé alcuni problemi. Uno di questi è il fatto che l’elettrolita, cioè il fluido posto tra i due poli dove scorre la corrente, sia altamente infiammabile. Questo problema dovrebbe essere risolto dalle batterie allo stato solido, tecnologia su cui si lavora da molto ma che per il momento non viene ancora prodotta su scala industriale; per l’inizio dell’arrivo nelle auto vendute al pubblico si guarda al 2026-27. Dal momento che l’elettrolita di litio è così infiammabile, un incendio di grande scala diventa molto difficile da estinguere e può creare dei danni ambientali notevoli. Si attende, nelle prossime settimane, il resoconto di quanto la comunità di Viviez sarà effettivamente impattata da quanto accaduto nella giornata di oggi.

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