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Francia, S&P abbassa il rating da AA a AA-. Le motivazioni: troppo debito e riforme troppo lente
L’agenzia di rating Standard & Poor’s (S&P) ha abbassato il rating a lungo termine della Francia da AA a AA-, con outlook stabile. Questo declassamento è un duro colpo per la reputazione finanziaria del paese ed è inevitabile l’impatto sull’economia francese, a partire dal fatto che le obbligazioni del Tesoro apriranno con un rendimento più alto durante la sessione di lunedì. Quanto sarà forte questo impatto, invece, dipenderà da quanto i mercati saranno spaventati dalla decisione di S&P che arriva a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi.
La revisione al ribasso del rating è dovuta principalmente a due fattori: il deterioramento della posizione fiscale della Francia e l’aumento del suo rapporto debito/PIL. Secondo S&P, il deficit di bilancio francese è stato significativamente più alto del previsto nel 2023 e si prevede che rimanga sopra il 3% del PIL fino al 2027. Inoltre, l’agenzia di rating stima che il rapporto debito/PIL della Francia aumenterà fino al 112% entro il 2027, rispetto al 109% del 2023. Anche se le finanze francesi non sono deteriorate quanto quelle italiane, il trend è chiaro: il programma di Macron basato su un aumento della spesa pubblica sta portando il deficit a crescere più velocemente del PIL. S&P ha espresso preoccupazione anche per il lento ritmo delle riforme economiche in Francia. Si guarda soprattutto ai problemi e ai limiti degli ultimi anni nelle riforme del mercato del lavoro e del sistema pensionistico.
La reazione del governo francese
La reazione del governo francese alla decisione di S&P è stata immediata. Il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, ha dichiarato che la Francia rimane impegnata a ridurre il deficit e a passare le riforme che renderanno nuovamente competitivo il paese su scala globale. Le Maire ha voluto mantenere i toni pacati dicendo che il Ministero comprende le motivazioni per cui S&P può definirsi preoccupata in questo momento, ma ritiene anche che le mosse del governo siano destinate a ottenere un impatto positivo sulla crescita più alto di quello che l’agenzia di rating americana prevede. Macron ha ribadito la sua fiducia per il programma del governo, pur riconoscendo che la strada verso delle riforme radicali diventa sempre più complicata.
La notizia del downgrade ha sorpreso, ma fino a un certo punto: il FMI aveva già chiesto alla Francia di spendere meno e di velocizzare le riforme, cosa che poi non ha trovato riscontri nell’attività pratica del governo. L’abbassamento del rating avrà sicuramente un impatto sui mercati finanziari. Gli investitori potrebbero richiedere rendimenti più elevati per detenere il debito francese, aumentando così i costi di finanziamento per il paese. Questo potrebbe esercitare ulteriore pressione sulle finanze pubbliche e limitare la capacità del governo di investire in progetti infrastrutturali e altre iniziative di stimolo economico, in un circolo vizioso che si verifica in un momento già non facile per l’economia europea.
Attesa l’onda d’urto sui mercati
I conti pubblici francesi potrebbero peggiorare ulteriormente se il downgrade portasse a un aumento significativo dei rendimenti delle obbligazioni, cosa che sarebbe possibile soprattutto nel caso in cui altre agenzie di rating dovessero seguire Standard & Poor’s. Per il momento Moody’s e Fitch non hanno voluto cercare una reazione immediata, ma Moody’s ha messo il paese “sotto osservazione“. Solitamente, quando un paese finisce sotto osservazione, nell’arco di poco tempo arriva un downgrade o quantomeno un taglio dell’outlook sul debito pubblico. Purtroppo è anche probabile che la decisione di S&P abbia degli effetti negativi su altri paesi dell’Eurozona con un debito elevato, in primis Italia e Spagna: i bond europei tendono a muoversi come un blocco unico e per confronto. Se i bond francesi rendono di più, e al confronto quelli italiani sono più rischiosi, anche il rendimento dei bond italiani finisce per aggiustarsi di conseguenza.