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Gas naturale liquefatto, il Giappone in prima linea per commercializzarlo in Asia
Il Giappone ha intenzione di commercializzare in Asia il surpplus di gas naturale liquefatto.
Il surplus delle scorte di gas naturale liquefatto (GNL) può diventare un problema economico, se non gestito in maniera corretta. Questo è il motivo per quale le aziende giapponesi stanno investendo nei mercati regionali per trovare dei potenziali sbocchi per la vendita del gas, la cui domanda è destinata a ridursi nel corso dei prossimi anni.
A seguito della riattivazione di un numero sempre maggiore di centrali nucleari, ma soprattutto a seguito dell’aumento dell’impiego delle energie rinnovabili, le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi dieci anni. Questo ha portato molte aziende a rivolgersi all’Asia nel tentativo di smaltire le forniture che sono state contratte nel corso degli anni passati, soprattutto a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022.
Sono diverse le motivazioni che hanno indotto il Giappone a voler rimanere un protagonista nel settore del gas naturale liquefatto (GNL). A condizionare le scelte di Tokyo sono prima di tutto la flessibilità energetica e le preoccupazioni in materia di sicurezza. Ciò non toglie, comunque, che al momento sia alla ricerca di nuovi mercati a cui vendere il proprio eccesso, in linea con la strategia governativa che punta a mantenere i volumi a 100 milioni di tonnellate.
Gas naturale liquefatto, come vuole muoversi Tokyo
Tokyo Gas, proprio quest’anno, ha annunciato uno studio per un progetto di conversione del gas naturale liquefatto (GNL) in energia da 1,5 gigawatt in Vietnam. Ma soprattutto ha acquistato una quota in un terminale di rigassificazione nelle Filippine. Marubeni e Sojitz, invece, hanno inaugurato in Indonesia una centrale elettrica alimentata a gas naturale liquefatto (GNL) da 1,8 GW.
Il Giappone – con il supporto di Jera, Tokyo Gas, Osaka Gas e Kansai Electric Power – è uno dei fornitori di materia prime in oltre 30 progetti legati al gas. A mettere in evidenza questo impegno sono i dati dell’Institute for Energy Economic and Financial Analysis (IEEFA). Importanti progetti sono già operativi o saranno lanciati a breve nei seguenti paesi:
- Bangladesh;
- India;
- Indonesia;
- Malesia;
- Myanmar;
- Filippine;
- Singapore;
- Taiwan;
- Thailandia;
- Vietnam.
Yoko Nobuoka, analista senior per la ricerca sull’energia in Giappone presso LSEG, ha spiegato che la domanda in Giappone di gas naturale liquefatto (GNL) è incerta, ma il governo ha intenzione di garantire una fornitura stabile a lungo termine. Sviluppare una propria capacità commerciale e creare un mercato del gas esteso a tutta l’Asia contribuirebbe ad aumentare la sicurezza energetica e a coprire i rischi derivanti dal surplus di GNL.
L’importanza del gas naturale liquefatto dopo Fukushima
Il Giappone ha incrementato le importazioni di GNL dopo il disastro nucleare di Fukushima del 2011. L’incidente ha portato alla chiusura di tutti i suoi reattori nucleari e Tokyo ha aumentato la partecipazione ai progetti GNL a livello globale per garantirsi l’approvvigionamento.
Ma il ritorno dell’energia nucleare e lo sviluppo delle energie rinnovabili hanno spinto il Giappone, che ha poche risorse, a ridurre le importazioni di GNL per le proprie necessità. Nel 2023 le spedizioni sono calate dell’8%, raggiungendo il livello più basso dal 2009.
Nel corso del 2020 il Ministero dell’Industria ha adottato un piano con l’obiettivo di continuare a mantenere la capacità di gestione del gas naturale liquefatto, compreso il suo commercio. L’intento è quello di riuscire ad arrivare a gestire, entro il 2030, qualcosa come 100 milioni di tonnellate l’anno. Uno dei punti nevralgici del piano è la creazione di un mercato del gas in Asia.
Nell’annualità che si è conclusa nel marzo del 2023, le spedizioni del Giappone, sia per uso proprio che per terzi, ammontano a 102 milioni di tonnellate di GNL. Tokyo Gas, il principale fornitore di gas urbano del Paese, si è prefissata l’obiettivo di commercializzare 5 milioni di tonnellate di GNL all’anno entro il 2030, rispetto ai circa 3 milioni attuali.