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Gas russo, il Parlamento Europeo approva il regolamento per bloccare le importazioni di GNL
I paesi europei avranno la possibilità di bloccare le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) proveniente dalla Russia. Lo stabilisce una nuova regolamentazione approvata dal Parlamento Europeo, pensata per ridurre ancora la dipendenza europea dai flussi di gas provenienti dalle aziende russe. Nel corso degli ultimi anni i paesi europei hanno già fatto molto per ridurre le loro forniture da aziende come Gazprom e Rosneft. I fornitori russi rappresentavano il 46% delle importazioni di tutti i combustibili fossili in Europa nel 2021, ma il dato è calato al 24% nel 2022 e addirittura al 16% nel 2023. Fino a questo momento, però, si è deciso di limitare soprattutto le importazioni di petrolio per non danneggiare eccessivamente l’economia dei paesi europei che dipendono di più dal gas nel proprio mix energetico.
In tutto questo, l’Unione Europea si è trovata a importare sempre di più da paesi con cui non ha collegamenti diretti attraverso i gasdotti. Di conseguenza ha dovuto aumentare in modo importante soprattutto la capacità di importazione di GNL, con Germania e Italia -ma soprattutto i grandi porti dei Paesi Bassi- che stanno occupando un ruolo molto importante in questa filiera. Le aziende russe fino a questo momento hanno potuto continuare a esportare tranquillamente il loro gas naturale liquefatto in Europa in questa nuova fase della supply chain, ma le cose potrebbero cambiare dopo la decisione di oggi.
Formalità o cambiamento reale?
Il nuovo regolamento europeo non costringe nessun paese a interrompere le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia. L’unico vero cambiamento è il fatto che i paesi UE potranno temporaneamente sospendere la possibilità delle aziende russe di fare delle offerte sulla capacità di importazione di LNG. Attualmente le imprese russe competono insieme a tutte le altre per le aste, inviando le loro offerte per esportare il gas liquefatto verso l’Europa. Il fatto che nessun paese europeo sia comunque tenuto a fare questa mossa significa che, potenzialmente, potrebbe essere una misura non accettata da alcuna nazione e lasciare la situazione totalmente invariata.
Questo rischio è in realtà una possibilità molto concreta, per lo meno a giudicare dai primi commenti che sono arrivati da Bruxelles. Fino a questo momento nessun paese nella lista dei grandi importatori di gas ha dichiarato di voler impedire la partecipazione alle aste alle imprese russe. Il gas naturale liquefatto russo viene attualmente importato soprattutto da porti in Francia, Spagna e Belgio; nessuno dei tre paesi ha confermato di voler fare uso del nuovo regolamento europeo. Il Ministro dell’Energia belga ha addirittura dichiarato che questo potrebbe causare problemi alla tenuta del settore energetico europeo; il Belgio è uno dei grandi ri-esportatori europei, che vende in altri paesi gran parte del GNL che riceve nei suoi porti.
S&P manifesta scetticismo
Una recente pubblicazione di Standard & Poor’s manifesta un certo scetticismo riguardo alla possibilità che l’Unione Europea possa affrancarsi dal gas liquefatto russo, quantomeno nel breve termine. In parte perché il più grande fornitore storico di GNL in Europa, la Norvegia, non sta operando alla massima capacità produttiva per via di problemi di manutenzione ai suoi impianti principali; in parte perché alcuni paesi, come la Spagna, non sono ancora riusciti a ottenere alcun tipo di accordo a lungo termine con altri fornitori per assicurarsi che il GNL continui a fluire nei suoi porti. Con gli ulteriori problemi nel canale di Suez che rendono anche molto scomoda l’importazione dai grandi paesi del Golfo, come Qatar o Bahrain, è ancora più difficile pensare di poter rompere i rapporti commerciali con Mosca.