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Germania pronta a investire €10 miliardi per un mega-impianto di idrogeno verde in Namibia

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Se c’è una cosa a cui il governo Scholz ha puntato più di quello di Angela Merkel è la collaborazione con l’Africa per le fonti di energia. Uno dei grandi passaggi di questa politica è stato l’accordo da €4 miliardi per lo sviluppo di infrastrutture legate all’energia rinnovabile, una mossa di enorme portata soprattutto per una Germania che fatica a trovare slancio a livello economico. Con il PIL ancora in crescita negativa su base annua, l’idea sarebbe quella di favorire la crescita delle multinazionali locali investendo su progetti strategici all’estero da cui il paese possa trarre beneficio. Così è stato fatto anche per l’accordo sul gas naturale in Nigeria, molto importante per ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas russo.

L’annuncio di oggi è che la Germania avrebbe dato l’okay per l’inserimento di un enorme impianto per la produzione di idrogeno verde in Namibia, inserendolo in un elenco di progetti strategici di interesse nazionale. I progetti che fanno parte di questo elenco ottengono la priorità nei finanziamenti e vengono considerati importanti per la crescita economica della Germania stessa. Non si sta parlando di un progetto qualunque, ma di un investimento da €10 miliardi che porterebbe alla nascita di uno dei centri per la produzione di idrogeno verde più grandi al mondo. Si parla addirittura di 350.000 tonnellate di idrogeno verde all’anno, a cui si sommerebbero oltre 2 milioni di tonnellate di ammoniaca verde.

La Namibia è considerata una democrazia stabile, con uno degli ambienti politici più tranquilli di tutta l’Africa

Un progetto di livello mondiale in Africa

La Germania crede molto in questo investimento, che servirebbe a bilanciare una triste verità: il fatto che la produzione di idrogeno verde all’interno dell’Unione Europea continua a crescere più lentamente del previsto. La settimana scorsa, due delle più importanti imprese energetiche europee hanno già fatto sapere che ritengono estremamente improbabile il raggiungimento dei target di produzione previsti dall’Unione Europea per il 2030. Di conseguenza, le importazioni continueranno a ricoprire un ruolo molto importante nel futuro prevedibile. In Namibia, i costi di produzione sono inferiori e anche la burocrazia necessaria per avviare il progetto è decisamente più leggera.

Il nuovo impianto vedrebbe una partecipazione del 24% da parte del governo della Namibia, e sarebbe il primo centro per la produzione di idrogeno verde nel paese. Il resto della proprietà sarebbe di Hyphen Hydrogen Energy, una joint venture tedesca che sarebbe interessata a continuare a crescere con i progetti per l’idrogeno verde in Africa. L’idea sarebbe quella di produrre idrogeno attraverso l’energia fotovoltaica, che prevede dei costi di produzione estremamente bassi in Namibia, per poi convertire l’idrogeno in gran parte in ammoniaca verde. L’ammoniaca può essere trasportata facilmente in Germania e riconvertita in idrogeno, con la possibilità di esportarlo poi anche verso altri paesi europei.

La Germania si impegnerà anche a formare la popolazione locale per dare vita a un pool di talenti nel campo dell’idrogeno verde

Scholz è sicuro: la Namibia è la scelta giusta

La corsa all’idrogeno verde dei paesi europei ha dato vita a una seconda corsa, cioè quella ai costi di produzione. Ovunque sia possibile operare con i minori costi possibili per la produzione di energia rinnovabile, c’è la possibilità di produrre idrogeno verde a costi bassi. La Germania ritiene che la Namibia abbia le condizioni ideali sia per l’eolico che per il fotovoltaico, portando a risparmi importanti rispetto alla produzione domestica. Il nuovo impianto dovrebbe generare 15.000 posti di lavoro durante la fase di costruzione e 3.000 posti di lavoro permanenti dopo il termine del cantiere, con il 90% delle persone impiegate che proverranno proprio dalla Namibia. Inoltre il 30% delle forniture necessarie per costruire l’impianto proverranno altrettanto dalla nazione africana, cercando di massimizzare il valore aggiunto per entrambe le parti dell’accordo.

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