Azioni News

Giappone: Accettato storico aumento dei salari in Toyota

Pubblicato

il

La Toyota ha accettato di concedere i più grandi aumenti salariali degli ultimi due decenni, mentre la banca centrale giapponese cerca prove di una cosiddetta “spirale salari-prezzi” che potrebbe portare a un cambiamento di politica.

La società, mercoledì, ha dichiarato di aver accettato di aumentare la retribuzione, compresi i salari di base e i bonus al primo round di negoziati. Il termine per giungere a una conclusione dei negoziati era fissato a marzo.

Toyota ha affermato che questa è la terza volta consecutiva che l’azienda accetta completamente tutte quante le richieste sindacali.

Toyota accetta completamente la proposta del sindacato al primo giro di negoziati.

“Shunto”: I colloqui sindacali di primavera

Da oltre mezzo secolo, il Giappone ha una tradizione popolarmente nota come colloqui sindacali primaverili “Shunto” in cui le principali aziende del paese conducono negoziati annuali con i sindacati nel mese di febbraio.

I colloqui sindacali, attualmente in corso, servono a decidere gli aumenti salariali per il prossimo anno. La Toyota, pioniera in questi colloqui, ha deciso che gli aumenti salariali corrispondano alla richiesta del governo guidato da Kishida per fornire un po’ di sollievo ai consumatori.

Il presidente della Toyota, Koji Sato, ha affermato che la mossa presa dopo il primo giro di colloqui con i sindacati si è conclusa, non solo per la Toyota ma anche per l’industria nel suo insieme nella speranza che porti a discussioni franche tra lavoratori e dirigenza di ogni azienda.

Toyota ha affermato che il suo aumento salariale si applicherà anche ai lavoratori part-time e ai lavoratori a contratto senior e ha accettato la richiesta del sindacato di pagamenti di bonus una tantum per un valore di 6,7 mesi di salario.

Il vice segretario generale della Federazione di tutti i sindacati dei lavoratori Toyota, Takaaki Sakagami, ha affermato che il sindacato è felice di essere riuscito a raggiungere rapidamente un accordo con l’azienda.

Poco dopo che questa notizia è stata resa pubblica, anche la casa automobilistica rivale Honda Motor Co Ltd ha annunciato di essersi conformata alle richieste sindacali per un aumento degli stipendi del 5%, che sarà il più grande aumento salariale della società dal 1990.

La mossa arriva dopo che il il primo ministro Kishida ,mercoledì, in una sessione della commissione per il bilancio della camera, ha affermato di voler aumentare i consumi e ampliare la domanda interna al fine di promuovere gli sforzi verso aumenti salariali che siano strutturali.

Honda e Toyota sono le ultime ad annunciare incrementi degli stipendi poiché altre aziende come Fast Retailing Co Ltd e il produttore di videogiochi Nintendo Co Ltd hanno già annunciato in precedenza di avere intenzione di aumentare la paga annuale dei propri dipendenti.

Il problema dell’inflazione

Con l’inflazione al livello più alto degli ultimi 40 anni, il Giappone è sotto pressione più che mai per aumentare gli stipendi al fine di rilanciare i consumi.

Ma con l’economia in difficoltà – ha evitato la recessione nel quarto trimestre ma è cresciuta molto meno del previsto – gli analisti affermano che aumenti salariali rimarranno limitati alle grandi aziende, come la Toyota.

L’inflazione dilagante costringe il Giappone ad alzare rapidamente i salari.

I salari hanno assunto un ruolo centrale in Giappone poiché la Banca del Giappone ha indicato che è necessaria una crescita salariale più forte per garantire che la tendenza dei prezzi sia sostenibile.

La BOJ (Bank Of Japan) ha un obiettivo di inflazione del 2% e rimane impegnata nel suo ampio programma di stimolo fino a quando anche i salari non mostreranno maggiori guadagni.

Kazuo Ueda è la scelta del governo per prendere il timone della BOJ all’inizio di aprile tra le speculazioni di mercato che potrebbero seguire un cambiamento di politica, un cambiamento che avrebbe un impatto sui mercati di tutto il mondo.

L’attuale governatore della BOJ Haruhiko Kuroda ha indicato che è necessaria una crescita salariale del 3% per sostenere un’inflazione stabile del 2%.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version