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Giappone, la BoJ non ha fretta di aumentare i tassi d’interesse
In Giappone la Boj non ha alcuna premura ad aumentare i tassi d’interesse. Ha tutto il tempo per comprendere come si muovono i mercati.
La Banca del Giappone si può prendere tutto il tempo di cui ha bisogno: non c’è alcuna fretta di aumentare ulteriormente i tassi di interesse. Kazuo Ueda, governatore della BoJ, ha spiegato che prima di prendere una qualsiasi decisione di politica monetaria verranno tenuti sotto controllo gli sviluppi nei mercati finanziari e nelle economie estere.
Kazuo Ueda ha poi aggiunto che ha intenzione di analizzare con attenzione i dati sui prezzi dei servizi di ottobre – molti dei quali saranno pubblicati solo novembre – per riuscire a comprendere se l’inflazione di fondo stia accelerando verso l’obiettivo del 2% che si è fissata la Banca del Giappone: un prerequisito per aumentare i tassi d’interesse.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quali sono le intenzioni della BoJ.
Banca del Giappone, la gestione dei tassi d’interesse
Kazuo Ueda ha spiegato che ottobre è il mese nel quale in Giappone si concentrano le revisioni dei prezzi dei servizi: è necessario, quindi, analizzare con attenzione i dati. Sebbene vi siano alcuni elementi che è possibile stimare in anticipo, è indispensabile esaminare i numeri effettivi per avere una conferma. Ueda ha suggerito, in questo modo, che la BOJ aspetterà almeno fino a dicembre per aumentare nuovamente i tassi.
La prossima riunione della BOJ si terrà il 30 e 31 ottobre. Proprio nel corso di questo appuntamento il consiglio condurrà una revisione trimestrale delle sue previsioni di crescita e inflazione.
Ueda ha ribadito che la BOJ aumenterà i tassi nel caso in cui l’inflazione di fondo dovesse accelerare verso l’obiettivo del 2% come previsto. Questa presa di posizione del governatore della Banca del Giappone è un chiaro segno che non vi è stato alcun cambiamento nella sua posizione di aumentare gradualmente i costi di prestito da livelli ancora prossimi allo zero.
Ueda ha, però, messo in guardia dai rischi che circondano le prospettive, come la volatilità dei mercati finanziari e l’incertezza sulla capacità dell’economia statunitense di ottenere un atterraggio morbido.
Il governatore della BoJ ha sottolineato come sia necessario attuare delle politiche in modo tempestivo ed appropriato, senza avere in mente alcun programma prestabilito, guardando principalmente le varie incertezze.
Quanto incide lo yen
Ad agosto il calo unilaterale dello yen si è sostanzialmente invertito e si è ridotto, sostanzialmente, il rischio di un’inflazione eccessiva. Il ritmo degli aumenti dei prezzi dei prodotti importati sono rallentati.
Secondo Ueda è necessario analizzare attentamente i movimenti del mercato e gli sviluppi economici esteri che li sostengono quando si stabilisce la politica monetaria. La Banca del Giappone ha tutto il tempo per farlo.
Le dichiarazioni mettono in evidenza uno spostamento dell’attenzione della BOJ dai rischi inflazionistici alla possibilità di un rallentamento della crescita globale e dell’apprezzamento dello yen, che grava sull’economia giapponese, dipendente dalle esportazioni. La situazione risulta essere grosso modo in linea con quella vista dopo la riunione politica della BoJ dello scorso 20 settembre 2024, quando il consiglio aveva votato all’unanimità per mantenere i tassi a breve termine stabili allo 0,25%.
Ueda ha sottolineato che le condizioni economiche interne si stanno muovendo in linea con le previsioni della Banca del Giappone, con l’aumento dei salari che sostiene i consumi e contribuisce a far salire i prezzi del settore dei servizi. Ha però sottolineato la necessità di prestare attenzione ai crescenti rischi esteri, come l’incertezza sulle conseguenza degli aumenti dei tassi di interesse effettuati dalla Federal Reserve possano influenzare l’economia statunitense.
Ueda ha poi aggiunto che i mercati finanziari sono rimasti un po’ instabili ed ha sottolineato la necessità di continuare a monitorare gli sviluppi del mercato con la massima vigilanza.
La BoJ ha posto fine ai tassi di interesse negativi a marzo e ha aumentato i tassi a breve termine allo 0,25% a luglio, in un deciso allontanamento dal programma di stimolo durato un decennio, volto a stimolare l’inflazione e la crescita economica.