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Giappone, la crisi di Credit Suisse non influenza le banche
Il capo della lobby bancaria giapponese, Junichi Hanzawa, ha affermato oggi che al momento la difficile situazione di Credit Suisse non determina segnali di sfiducia nel sistema finanziario del Giappone, in quanto le banche del Paese sono ben capitalizzate.
Il crollo delle azioni di Credit Suisse ha generato pesanti timori per una crisi bancaria a piena regola, causando sfiducia nelle azioni bancarie mondiali. Hanzawa ha garantito la salute del settore bancario giapponese, affermando che le banche principali hanno coperto le loro posizioni in obbligazioni estere e che le banche regionali hanno già vendute quantità sostanziali di esse. D’altra parte, ha avvertito che il caso della Silicon Valley Bank dimostra che la corsa agli sportelli e un conseguente collasso possono verificarsi in pochi giorni, anche quando la gestione del rischio da parte delle banche sembra essere sotto controllo.
Hanzawa, che è anche il direttore generale della MUFG Bank , ha dichiarato che le banche europee in generale hanno solidi rapporti di capitale, così come le banche giapponesi, ma è anche vero che l’ambiente dei mercati finanziari sta cambiando drasticamente a causa dell’inflazione, dei movimenti dei tassi di interesse e dei rischi geopolitici.
Credit Suisse è definitivamente in crisi
Una serie di scandali, cambiamenti nella dirigenza, perdite miliardarie e una strategia poco convincente sono stati i fattori che hanno portato alla crisi della banca svizzera. Il calo delle azioni di Credit Suisse è stato innescato dalle perdite legate al crollo del fondo di investimento Archegos e di Greensill Capital, che trovano le loro radici nel 2021. Credit Suisse ha inoltre confermato recentemente che i clienti hanno ritirato 110 miliardi di franchi svizzeri nel quarto trimestre dello scorso anno, e la banca ha registrato la sua perdita annuale più grave dalla crisi finanziaria del 2008, pari a 7.29 miliardi di franchi svizzeri.
Nel’ultimo periodo, Credit Suisse ha visto un flusso costante di prelievi da parte di clienti facoltosi, che secondo Luis Arenzana, fondatore di Shelter Island Capital Management, non è necessariamente una reazione solo agli eventi recenti negli Stati Uniti, ma è sintomo di una sfiducia ormai ben radicata.
Il crollo delle due banche statunitensi, la Silicon Valley Bank e la Signature Bank, ha sollevato preoccupazioni tra gli investitori e i clienti bancari sulla resilienza del sistema finanziario di fronte all’aumento dei tassi di interesse globali e la soluzione per Credit Suisse, secondo gli analisti, sembra ormai essere solo l’acquisizione.
La Banca Centrale Svizzera fornirà un prestito di $54 miliardi a Credit Suisse
Credit Suisse, una delle banche più importanti al mondo, ha annunciato di dover prendere in prestito fino a 54 miliardi di dollari dalla Banca Centrale Svizzera per sostenere la sua liquidità. La mossa è stata necessaria a causa della diminuzione delle azioni e dei bond che ha intensificato le paure di una crisi bancaria globale. Gli analisti però non ritengono che questo importo sia sufficiente per risollevare la banca: una possibile soluzione sarebbe quella di ottenere il supporto di investitori strategici, come la Qatar Investment Authority e il conglomerato saudita Oyalan Group.
Le azioni di Credit Suisse sono aumentate del 18% oggi dopo che la banca ha garantito una linea di credito dal governo svizzero per rassicurare gli investitori, invertendo alcune delle perdite che avevano portato via un quarto del suo valore di mercato il giorno prima. L’annuncio della banca svizzera ha contribuito a frenare le vendite pesanti nei mercati finanziari in Asia e ha provocato una modesta ripresa nei titoli azionari europei, ma gli analisti avvertono che la tregua potrebbe essere effimera.
Le autorità svizzere assicurano però che la banca soddisfa i requisiti di capitale e liquidità imposti alle banche sistemistiche importanti e che può così accedere alla liquidità della banca centrale; tuttavia, ci vorrà del tempo per riacquistare completamente la fiducia nell’operato di Credit Suisse.