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Giornata ad alta volatilità per il gas naturale, con la Russia vuole spostare i suoi confini nel Baltico
Il prezzo del gas naturale continua a essere molto volatile dopo che in Russia è stata presentata una bozza di decreto per espandere i confini internazionali del paese. Questa sembra essere l’ennesima provocazione di Putin a uno dei paesi baltici che fin dall’inizio dell’invazione dell’Ucraina si sono messi a disposizione per aiutare l’esercito di Kiev. La notizia ha scosso anche i mercati finanziari, soprattutto quelli delle materie prime. Si teme infatti che le tensioni possano riflettersi sull’offerta di gas naturale e sul passaggio delle navi cargo nel mare del Baltico, cosa che dipenderà molto dalle azioni che i due paesi intraprenderanno in risposta agli eventi della notte scorsa.
La situazione è ancora in evoluzione, ma tutto è iniziato nella notte tra il 22 e il 23 maggio. Il Ministero degli Esteri russo ha annunciato di voler ridisegnare i confini internazionali del suo enclave di Kaliningrad, uno dei principali porti russi che attualmente si trova tagliato dal resto del paese dalla sua posizione geografica. Altri paesi che si ritrovano coinvolti in questa situazione sono la Finlandia e la Lettonia, già in stato di allarme per le novità annunciate dal Cremlino. La possibilità che si arrivi a un’escalation non è da escludere e questo rischierebbe di accelerare il percorso europeo verso le sanzioni sul LNG russo -se non a conseguenze più gravi-.
Rischio elevato di escalation
Il decreto proposto in Russia suggerisce di spostare i confini marittimi dove si trovavano nel 1985, quando è crollata l’Unione Sovietica. I confini in quell’epoca andavano a circumnavigare tutte le isole russe nel mare del Baltico e consideravano anche l’area di mare davanti all’enclave di Kaliningrad. Per farlo, però, la Russia andrebbe a calpestare quelli che oggi sono considerati confini riconosciuti internazionalmente della Finlandia e della Lettonia. Il presidente finlandese prova a calmare le acque, chiedendo agli altri paesi del Baltico di ponderare la propria reazione in base ai fatti e non alle intenzioni. Allo stesso tempo, però, il suo Ministro della Difesa dice di star monitorando “da vicino” l’evoluzione della situazione.
Il 23 maggio tutte le fonti russe, dal governo alla stampa, hanno negato l’esistenza di questa bozza di decreto che fino al giorno prima era presente tra le notizie dell’agenzia di stampa Tass -agenzia russa molto vicina al Cremlino-. È possibile che la forte e immediata risposta internazionale abbiano scoraggiato il governo russo dall’andare avanti con il piano di ridisegnare i confini internazionali, ma è altrettanto possibile che sia soltanto una mossa politica per prendere tempo mentre si studia la risoluzione finale.
Giornata volatile per il gas naturale
Quando stamattina è stata divulgata la notizia relativa alla bozza di decreto in Russia, il prezzo del gas naturale ha subito iniziato un’ascesa veloce che ha visto la quotazione europea crescere quasi del 10% prima dell’ora di pranzo. Quello è stato il momento in cui le fonti ufficiali russe hanno iniziato a negare tutta la vicenda, portando subito calma sui mercati. Attualmente la quotazione è tornata sotto al livello della notte scorsa, cancellando gli effetti di quella che è stata una delle giornate più volatili del 2024 per il gas naturale. La speranza è che la situazione sia già risolta in questo momento e che realmente la Russia abbia archiviato i suoi piani di estensione dei confini marittimi.