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GNL, previsto aumento del 50% della domanda entro il 2040
Un nuovo report di Shell fa il punto sulla situazione del mercato del gas naturale liquido (GNL), con previsioni fino alla fine del prossimo decennio. Previsioni che mostrano come la domanda di GNL continuerà ad aumentare in modo molto significativo, al punto da raggiungere 625-685 milioni di tonnellate metriche entro il 2040. Si tratta di un aumento del 50% rispetto ai livelli attuali: la stessa Shell ammette che la situazione del mercato sarà segnata da un rapporto molto complicato tra domanda e offerta, con una competizione serrata tra gli importatori per assicurarsi di riuscire ad assicurarsi le forniture dai pochi grandi esportatori mondiali.
Attualmente Shell è la società che ogni anno genera il maggiore volume di affari nel mondo del gas naturale liquido, cosa che la rende una voce molto importante quando si parla di previsioni sull’andamento del mercato in futuro. È interessante notare che recentemente l’amministrazione Biden ha deciso di sospendere le licenze legate all’esportazione di gas naturale liquido dagli Stati Uniti; gli USA sono il più grande fornitore di GNL per l’Unione Europea, cosa che sta portando già nel breve termine a una competizione molto forte tra i compratori. Secondo Shell, però, l’UE dovrebbe vedere diminuire la sua domanda di gas liquefatto in maniera piuttosto rapida nel corso dei prossimi anni.
Domanda in crescita soprattutto dall’Asia
In Europa si è parlato molto di gas liquefatto dopo che l’UE ha deciso di ridurre drasticamente le importazioni di gas russo. Secondo il report di Shell, però, l’Unione è ben posizionata in ottica di lungo termine: il picco di importazioni di GNL dovrebbe essere già alle spalle; grazie a una forte spinta verso l’energia rinnovabile e l’idrogeno verde, nel corso del prossimo decennio si prevede che le importazioni continuino a calare di anno in anno. La decrescente domanda europea sarà più che compensata, però, dalle economie del sud-est asiatico: soprattutto Cina, Vietnam e Indonesia, che fanno ancora un forte affidamento sui combustibili fossili per alimentare il loro crescente fabbisogno di energia.
Nel frattempo il ruolo di maggior importatore mondiale si è spostato dal Giappone alla Cina, per lo meno nei dati relativi al 2023. Pechino sta altrettanto puntando molto sull’energia rinnovabile, ma le dimensioni e la crescita dell’economia cinese rendono necessario aumentare anche le importazioni di GNL. Secondo Shell, la Cina rimarrà la nazione da cui proverrà il maggiore aumento della domanda nel corso del prossimo decennio. In parte sarà un trend legato all’aumento del fabbisogno energetico nazionale, in parte legato alla volontà del PCC di sostituire il carbone con dei combustibili meno inquinanti per limitare le emissioni di CO2 nel medio termine. Con quasi 80 milioni di tonnellate di GNL importato nel 2023, la Cina rappresenta già circa un quarto della domanda mondiale di questa commodity.
Shell indica fragilità e volatilità
In concomitanza alla pubblicazione del report, alcuni vertici di Shell hanno anche espresso le loro opinioni legate alla stabilità del mercato. Steve Hill, vice presidente di Shell Energy, ritiene che tanto nel breve quanto nel lungo termine si manterrà una situazione di volatilità e fragilità. In base all’andamento delle temperature invernali si potranno verificare nuovamente momenti in cui la domanda mondiale sarà nettamente superiore a quanto gli esportatori possano garantire, causando altre corse al GNL come quella che si è verificata durante l’inverno 2022/23. Guardando ai nuovi progetti di estrazione e produzione per la seconda metà di questo decennio, Shell ritiene che la crescita della domanda da parte dei paesi emergenti sarà significativamente superiore all’aumento dell’offerta. Per quanto riguarda l’Europa, il colosso energetico ritiene che le difficoltà di approvvigionamento dovrebbero definitivamente venire superate alla fine degli anni ’20.