News Commodities
Goldman Sachs: Petrolio in aumento e domanda da record
Secondo Goldman Sachs, i prezzi del petrolio sono proiettati in un aumento fino a 86 dollari al barile entro la fine dell’anno, rispetto agli attuali 80 dollari. Questo incremento è previsto a causa di una domanda di petrolio record e di una riduzione dell’offerta, che creeranno un significativo deficit di mercato.
Daan Struyven, capo della ricerca sul petrolio presso Goldman Sachs, ha riferito al programma “Squawk Box Asia” di CNBC che sono previsti deficit piuttosto rilevanti nella seconda metà dell’anno, si parla di quasi 2 milioni di barili al giorno nel terzo trimestre a causa della domanda che raggiungerà livelli senza precedenti.
L’incertezza regna sovrana
Recentemente, il numero delle piattaforme petrolifere attive negli Stati Uniti è sceso ai minimi livelli degli ultimi 16 mesi, con una diminuzione del 15% rispetto al picco raggiunto alla fine del 2022, come evidenziato da un rapporto recente di Goldman, che ha preso in considerazione dati forniti da Baker Hughes e Haver.
La scorsa settimana, Baker Hughes ha riportato un calo di 7 piattaforme petrolifere negli Stati Uniti, portando il totale a 530, il livello più basso registrato da marzo 2022. Struyven ha aggiunto che il mancato accordo dopo la riunione dei ministri dell’energia del G20 indica un’importante incertezza riguardo alla domanda futura di petrolio.
I ministri dell’energia del Gruppo dei 20 si sono riuniti in India nel corso del fine settimana, senza però raggiungere un consenso sulla riduzione graduale dei combustibili fossili, complicando così la transizione verso fonti di energia pulita.
Nel mese di giugno, l’Agenzia Internazionale dell’Energia aveva previsto una crescita della domanda globale di petrolio di 2,4 milioni di barili al giorno nel 2023, superando così l’aumento di 2,3 milioni di barili al giorno dell’anno precedente.
Durante il fine settimana, il segretario generale del Forum Internazionale dell’Energia, Joseph McMonigle, ha previsto che sia l’India che la Cina contribuiranno con un aumento di 2 milioni di barili al giorno nella domanda nel secondo semestre del 2023.
Diminuiscono anche le esportazioni di Russia e OPEC
Contemporaneamente, emergono prove tangibili di una riduzione nell’offerta da parte dell’OPEC+. Le esportazioni russe di petrolio greggio hanno segnato una seconda settimana consecutiva di calo e si stima che siano scese al livello più basso degli ultimi sei mesi nel periodo di quattro settimane fino al 16 luglio.
Inoltre, la Russia si prepara a tagliare di 500.000 barili al giorno le sue esportazioni di petrolio per il mese di agosto, e le attuali pianificazioni di spedizione suggeriscono che potrebbe rispettare almeno in parte l’impegno preso di ridurre le esportazioni il prossimo mese.
Analogamente, anche l’Arabia Saudita sta registrando una diminuzione delle esportazioni di petrolio greggio, che sono scese sotto i 7 milioni di bpd a maggio per la prima volta in molti mesi. Questa tendenza potrebbe ulteriormente diminuire in quanto l’Arabia Saudita ha annunciato di ridurre la produzione di 1 milione di bpd sia a luglio che ad agosto.