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Google e Samsung accusate di comportamento anticoncorrenziale da Epic Games

Nuove accuse per comportamento anticoncorrenziale da parte Google, finita sul banco degli imputati insieme a Samsung.

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Epic Games, produttore del videogioco Fortnite, ha avanzato delle accuse precise e ben dettagliate contro Google e Samsung, che avrebbero cospirato per proteggere il Play Store di Google dalla concorrenza.

Epic Games, che si sarebbe già mossa presso la Corte federale degli Stati Uniti in California, ha intenzione di muovere causa contro i due colossi sostenendo che una funzionalità di sicurezza denomina Auto Blocker presente negli smartphone Samsung sarebbe stata pensata per impedire agli utenti di scaricare delle app che non provengono dal Google Play Store o dal Galaxy Store di Samsung, che l’azienda coreana avrebbe scelto di mettere in secondo piano.

Le accuse contro Google e Samsung

Stando alle accuse mosse da Epic Games, Samsung e Google starebbero violando le leggi antitrust degli Stati Uniti, riducendo la scelta dei consumatori e impedendo la concorrenza che renderebbe le app meno costose.

Secondo Epic Games, l’Auto Blocker di Samsung sarebbe stato progettato per attenuare l’impatto di un verdetto statunitense vinto dalla società contro Google nel dicembre 2023, a seguito del quale Alphabet dovrebbe rendere più facile scaricare le app da altre fonti.

La società produttrice di videogiochi è intenzionata a sollevare le sue preoccupazioni in materia di concorrenza anche presso le autorità di regolamentazione dell’Unione Europea, che da tempo esaminano attentamente le pratiche commerciali di Google.

Tim Sweeney, amministratore delegato di Epic Games, ha definito la causa parte di una importante battaglia globale per difendere la concorrenza e i suoi vantaggi per i consumatori.

Samsung ha introdotto Auto Blocker sui suoi smartphone alla fine del 2023 come funzionalità opzionale per proteggere gli utenti dal download di app che potrebbero contenere malware. Samsung avrebbe reso Auto Blocker l’impostazione predefinita a luglio e ha intenzionalmente reso difficile disattivarlo o bypassarlo.

Nel 2020, Epic Games ha fatto causa a Google, sostenendo che quest’ultima soffocava la concorrenza attraverso i suoi controlli sulla distribuzione delle app e sui pagamenti.

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