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Grano, prezzi in volata dopo gli attacchi a navi russe

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Il grano continua a essere la commodity agraria più discussa e volatile di queste settimane. Un bene essenziale per l’economia mondiale, che ora vede due dei principali esportatori mondiali in guerra fra loro. Gli attacchi del weekend, che hanno colpito questa volta principalmente navi commerciali russe, hanno causato un nuovo rally dei futures americani del grano nell’apertura di questa nuova settimana di Borsa. Si teme che ora non soltanto l’export ucraino possa essere compromesso, ma che anche quello russo possa subire un drastico calo per via degli attacchi con droni sottomarini che si stanno intensificando nel Mar Nero.

Tutto questo è la conseguenza dell’interruzione del Black Sea Grain Deal, l’accordo che prevedeva la protezione delle navi ucraine che esportavano grano e cereali dal porto di Odessa. La Russia aveva concesso questa protezione in cambio di un accordo triennale con l’ONU, secondo il quale le Nazioni Unite avrebbero aiutato l’export di cereali dalla Russia a oltrepassare le sanzioni imposte dall’Occidente. Dopodiché Putin ha deciso di ritirarsi dall’accordo, che veniva rinnovato ogni tre mesi, lasciando nel caos il mercato del grano e facendo pensare alla seria possibilità che gli aumenti di prezzo di questa commodity implichino la fame per milioni di persone nel mondo che versano in condizioni economiche fragili.

La crescente preoccupazione è che l’Ucraina possa iniziare a prendere di mira le navi che esportano grano dalla Russia

L’Ucraina attacca le navi russe

La Russia è il principale esportatore al mondo di grano, con un volume di export nettamente superiore a quello della seconda nazione in classifica. Anche l’Ucraina si colloca tra i 5 principali paesi esportatori, ma per l’appunto con un volumi ben inferiori a quelli mossi dalla Russia. Per questo motivo, quando la Russia si è ritirata dall’accordo e ha iniziato ad attaccare le infrastrutture usate per il grano in Ucraina, il prezzo dei futures è immediatamente decollato. Ora che si teme per l’export russo, però, l’escalation dei prezzi potrebbe essere ancora più grande e portare a una vera e propria crisi del prezzo del grano intorno al mondo.

Nel fine settimana, l’Ucraina ha attaccato con successo due navi russe. Nello specifico si tratta di una nave commerciale e una nave petroliera, entrambi obiettivi non militari. Questo lascia pensare che l’esercito ucraino voglia ribattere agli attacchi contro il porto di Odessa, minacciando questa volta i livelli di export di materie prime dalla Russia. E dal momento che la Federazione Russa è un esportatore ancora più significativo di cereali, il possibile impatto sul prezzo potrebbe essere molto più alto. Bisogna comunque notare che Zelenskyy ha più volte criticato la Russia per essersi ritirata dall’accordo sui cereali, in nome delle persone che potrebbero subirne le conseguenze intorno al mondo. Se ora l’esercito ucraino utilizzasse lo stesso approccio, sarebbe incoerente con tutta la linea seguita da Kiev nei negoziati sul Black Sea Grain Deal.

Negli ultimi 5 giorni, con l’escalation del conflitto marittimo e commerciale, le quotazioni dei futures sono aumentate

L’asta in Egitto rivela la situazione del mercato

Per il momento i prezzi del grano, che sono saliti notevolmente nelle ultime settimane, rimangono comunque del 15% più bassi rispetto allo scorso anno. Merito in parte del calo del tasso di inflazione, ma anche della produzione particolarmente elevata nell’emisfero nord durante i primi mesi del 2023. Per il momento si sa però ancora poco sugli effetti che il mancato rinnovo del Black Sea Grain Deal potrebbe avere a medio termine sul mercato; semplicemente, il periodo di raccolta nell’emisfero nord ha fatto sì che i maggiori produttori potessero colmare fino a qui il gap lasciato dalla mancanza di un’accordo tra Mosca e Kiev.

Un appuntamento importante è stato quello di martedì, quando si è tenuta l’asta di importazione per le forniture di grano in Egitto. L’Egitto è uno dei principali importatori di grano al mondo e i traders che hanno partecipato all’asta hanno rivelato una scarsa partecipazione, dimostrando che effettivamente si comincia a notare un calo delle riserve di grano nei principali paesi esportatori. Alcuni analisti hanno comunque voluto minimizzare l’effetto della guerra in Ucraina su questa situazione, sostenendo che i pagamenti molto dilazionati offerti dalle autorità egiziane sarebbero la causa principale della scarsa partecipazione.

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