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Grano, USDA prevede riserve al minimo degli ultimi 16 anni
Novità importanti per quanto riguarda il mercato del grano, dopo gli ultimi dati pubblicati venerdì in tarda serata dal USDA (U.S. Department of Agricolture). Stando alle stime più attuali, ben presto gli Stati Uniti vedranno le riserve di questo cereale scendere al minimo degli ultimi 16 anni, cosa che ha fatto ben presto aumentare il prezzo dei futures in Borsa. Prima che i mercati aprano lunedì, ci si aspetta che molti fondi d’investimento specializzati in materie prime agricole piazzino ordini di acquisto e che il prezzo possa risultare ancora più alto quando suonerà la campana di apertura.
Il mercato del grano continua a soffrire una drastica riduzione dell’offerta dovuta alla minor produzione in Ucraina, per la quale ci si aspetta un calo del 21% nell’anno in corso. Anche la siccità in Argentina sta avendo effetto sui livelli mondiali di offerta, con prezzi che in tutto il mondo sono decisamente più alti rispetto al pre-pandemia. Non sorprende dunque che l’inflazione dei generi alimentari sia uno dei più forti driver dell’indice dei prezzi al consumo, con i consumatori che ne vedono gli effetti tanto in Europa quanto in altre aree del mondo.
Le cause delle riserve in diminuzione
La produzione di grano prevista per quest’anno negli USA è di 1.659 miliardi di “bushels”, l’unità di misura utilizzata comunemente negli Stati Uniti per i prodotti alimentari pari a circa 27 chili di prodotto. Le scorte prima del prossimo raccolto dovrebbero essere di 556 milioni di bushel, decisamente al di sotto delle previsioni formulate dagli analisti. Il motivo principale è un rapporto tra piante seminate e raccolto ben inferiore alla media, soprattutto per via di eventi climatici avversi.
Il “granaio” degli Stati Uniti sono storicamente state le vaste pianure del sud, dove quest’anno si è verificata una forte siccità in grado di alterare sensibilmente la produzione. In Texas, Oklahoma e Kansas, alcuni agricoltori hanno addirittura perso il proprio raccolto per questo fatto. A livello mondiale, invece, ci si aspetta che la situazione possa migliorare grazie al recupero della produzione in Argentina. Nei mesi scorsi la nazione sudamericana è stata a sua volta colpita dalla siccità, ma ora ci si attende che i livelli produttivi ritornino a essere vicini a quelli degli anni scorsi.
Situazione migliore per soia e mais
Se da una parte il grano vede calare le scorte e le proiezioni di produzione, dall’altra parte ci sono altre materie prime che stanno attraversando un momento favorevole. Mais e soia provengono da un anno difficile, di scarsa produzione e prezzi elevati. Ora, invece, il raccolto negli Stati Uniti sembra essere destinato a raggiungere risultati migliori delle attese e lo stesso dovrebbe avvenire in Argentina nel corso dei prossimi mesi. Dal momento in cui l’Argentina è uno dei maggiori produttori di soia al mondo, questo dovrebbe impattare in modo significativo i livelli di produzione globali.
Per quanto riguarda il mais, il USDA si aspetta un aumento piuttosto forte della produzione nel 2023/24. Dagli 1.4 miliardi di bushel del 2022/23, le scorte dovrebbero aumentare a 2.22 miliardi prima del raccolto della stagione successiva. Le proiezioni non possono comunque tenere conto di eventuali fatti climatici avversi nel Midwest degli Stati Uniti, un fattore che nei prossimi mesi sarà determinante per scoprire quali saranno i risultati finali del raccolto.