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Houthis, nuovo attacco a nave petroliera nel mar Rosso

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Un’altra petroliera è stata attaccata nel mar Rosso: questa volta si tratta di una nave indiana, che stava attraversando ancora una volta lo stretto di mare di fronte allo Yemen. A darne notizia è stato il Dipartimento di Stato degli USA, che ha evidenziato come questa sia l’ennesima prova di una situazione ancora molto complicata nello stretto di mare che porta al canale di Suez. Poco dopo lo scoppio della guerra a Gaza sono iniziati gli attacchi alle navi commerciali da parte dei ribelli Houthis, che continuano anche a discapito degli sforzi militari Occidentali per garantire la sicurezza nella regione.

Il fatto che la petroliera fosse indiana sottolinea anche come questi attacchi siano spesso indiscriminati, e non legati soltanto alle imbarcazioni israeliane o dirette verso Israele. Fortunatamente gli Stati Uniti fanno anche sapere che l’esplosione ha causato soltanto danni lievi alla nave e che l’equipaggio a bordo non è stato ferito. Un esito positivo per la salute dei presenti, ma negativo per le continue preoccupazioni geopolitiche che segnano il mercato del petrolio. Dopo la decisione di Maersk di dirottare le spedizioni che avrebbero dovuto passare per il canale di Suez, sempre più società di spedizioni stanno scegliendo di fare la stessa cosa.

C’è il timore che gli attacchi si estendano alle infrastrutture per la produzione di petrolio in Arabia Saudita

Gli Houthis non si fermano

Anche le fonti inglesi hanno dato notizia di un attacco a una nave petroliera, ma non è chiaro se si tratti o meno della stessa imbarcazione. La nave si trovava a circa 113 kilometri di distanza dal porto yemenita di Mokha, causando anche la deviazione del percorso di un’altra nave cargo che si trovava ad appena 3 kilometri di distanza da quella colpita. Gli Houthis, dal canto loro, continuano a far sapere che andranno avanti a perpetrare attacchi fino a che l’offensiva di Israele a Gaza non si sarà arrestata; sempre più analisti sono però convinti che questo sia un pretesto e che difficilmente i ribelli si fermerebbero se fosse firmata una tregua.

Il leader del gruppo Houthis, Abdulmalik al-Houthi, ha addirittura definito un “vero trionfo” l’impatto che le azioni dei ribelli stanno avendo. In un discorso apparso sulla televisione locale, sembra che il capo dell’organizzazione ritenga di stare avendo un impatto significativo sul “nemico” israeliano. In realtà la situazione sta colpendo l’economia di tutto il mondo, soprattutto andando a rendere più lento, più caro e più rischioso il transito di merci tra Europa e Asia. Israele è tra le tante nazioni che stanno risentendo di questo impatto, ma non è colpita in maniera più pesante rispetto a tutti gli altri attori economici coinvolti.

Le esportazioni di petrolio dalla Norvegia all’Asia sono sempre passate attraverso il mar Rosso

UE in campo da lunedì

Dal canto suo, l’Unione Europea fa sapere che a partire da lunedì avrà inizio la sua missione militare a contrasto delle forze Houthis e dei loro attacchi nel mar Rosso. Il comando dell’operazione sarà affidato alla Grecia e anche l’Italia sarà tra le forze che ne faranno parte. La durata stimata dell’operazione è di 12 mesi, durante i quali l’UE si occuperà di favorire la sicurezza nello stretto che porta al canale di Suez. Le fonti di Bruxelles hanno già sottolineato in diverse occasioni che si tratterà esclusivamente di un’operazione difensiva e che non sono previste azioni terrestri contro gli Houthis. Non è chiaro se l’aviazione potrà ricevere il comando di attaccare le basi militari Houthis dove vengono mantenuti e lanciati i droni usati negli attacchi contro le navi.

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