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Hyundai pronta ad acquisire la fabbrica GM in India

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La Hyundai Motor Company ha annunciato lunedì 13 marzo di aver raggiunto un accordo per la potenziale acquisizione di alcune parti dello stabilimento indiano di General Motors, situato a Talegaon, Maharashtra. Questo movimento da una parte consentirebbe alla casa automobilistica sudcoreana di avere un secondo impianto automobilistico in India, aumentando la sua capacità di produzione in un momento in cui ha annunciato di voler lanciare sei veicoli elettrici in India entro il 2028. D’altra parte, la mossa potrebbe finalmente consentire alla casa automobilistica statunitense di uscire da un mercato in cui ha smesso di produrre automobili nel 2017.

Hyundai pronta ad acquisire la fabbrica GM in India: l’occasione per espandere la propria produzione

General Motors lascia l’India mentre Hyundai si espande

Secondo una dichiarazione della Hyundai Motor India, l’accordo finale è soggetto al soddisfacimento di determinate condizioni per la potenziale acquisizione di alcune parti dell’impianto (compresi terreni, edifici, alcune macchine e attrezzature presenti presso lo stabilimento indiano della General Motors a Talegaon), tra cui l’ottenimento di approvazioni regolamentari da parte delle autorità governative pertinenti e di tutti gli azionisti relativi all’acquisizione.

General Motors ha smesso di vendere auto in India nel 2017, dopo anni di vendite in calo, ma la sua uscita completa dal mercato è stata ostacolata da complicazioni, tra cui dispute legali con i lavoratori e la mancata vendita dello stabilimento, che si trova nello stato occidentale indiano di Maharashtra. Nel 2019, la stessa azienda ha accettato di vendere lo stabilimento alla cinese Great Wall Motor, ma i colloqui sono falliti lo scorso anno, dopo che le aziende non sono riuscite a ottenere le approvazioni regolamentari in seguito all’aumento della sorveglianza di Nuova Delhi sugli investimenti provenienti da Pechino.

La nota casa automobilistica statunitense e i suoi lavoratori dello stabilimento – che accusano la società di licenziamenti illegali dopo che questa ha deciso di uscire dal mercato – sono anche stati coinvolti in battaglie legali dal 2021. Nel più recente contraccolpo, a gennaio, un sindacato ha citato in giudizio la controllata indiana di General Motors e la sua amministratrice delegata globale, Mary Teresa Barra, per aver omesso di pagare il risarcimento ordinato dal tribunale ai lavoratori dello stabilimento licenziati.

General Motors, tuttavia, ha precedentemente affermato che i suoi dipendenti sono stati legalmente separati e che è fiduciosa nella propria posizione legale.

Il mercato indiano dell’automobile è notoriamente difficile per le case automobilistiche occidentali, in particolare per le aziende statunitensi, che hanno faticato a rompere il dominio della giapponese Suzuki Motor e della sudcoreana Hyundai Motor. Queste, infatti, insieme detengono il 60% della quota di mercato. Come la General Motors, anche la Ford Motor Company aveva chiuso le operazioni nel suo impianto di Chennai in India in passato.

Negli Stati Uniti, al contempo, General Motors sta mirando a tagliare i costi durante la transizione verso i veicoli elettrici, annunciando di voler offrire incentivi di uscita alla maggior parte dei suoi dipendenti negli Stati Uniti e ad alcuni dirigenti globali.

Con l’aumento della domanda di veicoli elettrici in India, tuttavia, ci sono grandi opportunità per le case automobilistiche che intendono investire nel mercato indiano in crescita, come la Hyundai.

Hyundai si prepara per la produzione di veicoli elettrici in India

Un passo strategico verso la produzione di veicoli elettrici

La sussidiaria indiana della Hyundai Motors ha già una grande struttura di produzione a Irrungattukottai, vicino a Chennai. Questa acquisizione darà alla società un secondo stabilimento in India, a Talegaon, consentendo al costruttore automobilistico di aumentare la capacità produttiva in un momento in cui intende lanciare sei veicoli elettrici in India entro il 2028. Questa mossa rappresenterebbe una sorta di strategia di riduzione del rischio e di maggiore vicinanza ad altri mercati del Paese.

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