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I Treasuries affondano dopo l’annuncio sui tassi della Fed

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La giornata di Borsa di giovedì è stata inevitabilmente segnata dalle notizie in arrivo dalla Federal Reserve, che ha messo in guardia i mercati. La banca centrale americana prevede tassi più alti, più a lungo: il primo a risentirne è stato il mercato azionario, reduce da una giornata in profondo rosso. Hanno performato molto male anche le obbligazioni del Tesoro americano, che hanno immediatamente preso la strada dei ribassi dopo l’annuncio della Fed. Ora gli investitori si attendono che nel corso dei prossimi mesi i tassi vengano alzati oltre le attese, e che questo porti a un aumento significativo del rendimento delle nuove emissioni.

L’andamento delle obbligazioni del Tesoro è strettamente correlato alle attese sui tassi. Ora che i mercati si aspettano bond a rendimenti più alti nei prossimi mesi, il prezzo dei bond già emessi è in caduta libera. Attenzione anche alle ripercussioni che tutto ciò potrebbe avere sul comparto bancario: molte grandi banche hanno in pancia tante obbligazioni che provengono ancora dal tempo della pandemia, quando i tassi di interesse bassi avevano portato a emissioni con rendimenti molto contenuti. Ora che le banche dovranno registrare forti minusvalenze su queste obbligazioni, potrebbero verificarsi i presupposti per altri casi come quello di Silicon Valley Bank.

Lo shock si è accusato anche sui listini internazionali

Nuovi massimi per i rendimenti dei bond americani

Nel corso della giornata di contrattazioni, il rendimento dei bond statunitensi ha raggiunto picchi oltre il 4,48% per le obbligazioni a 10 anni. Si tratta del rendimento più alto che i Treasuries hanno toccato durante il 2023, e bisogna andare indietro di molto tempo per ritrovare questi numeri. Era il luglio del 2007 quando i rendimenti dei Treasuries hanno toccato per l’ultima volta queste vette, prima che il mondo intero conoscesse il collasso di Lehman Brothers e la Grande Recessione. Ma la Federal Reserve non ha dubbi: bisogna riportare l’inflazione al di sotto del 2%, costi quel che costi.

Come ci si aspettava, la Federal Reserve ha deciso di non alzare i tassi di interesse durante la riunione di politica monetaria di stamattina. Allo stesso tempo, però, Jerome Powell è stato molto chiaro: gli scatti a rialzo ci saranno, guardando sia alla fine del 2023 che all’inizio del 2024. Wall Street si aspettava che il picco dei tassi durante questo ciclo economico sarebbe stato del 5,25-5,50%; dopo l’annuncio di questa mattina, le attese sono aumentate al 5,50-5,75%. Powell ha sottolineato che la Fed non vede problemi per l’economia reale, per via del mercato del lavoro ancora estremamente solido che permette all’economia americana di sopportare una pressione maggiore dai tassi d’interesse.

Come mostra il grafico della FRED, i picchi attuali dei tassi d’interesse hanno superato tutto il periodo tra il post-crisi del 2008 e la pandemia

HSBC aggiorna le previsioni sui Treasuries

HSBC ha immediatamente colto l’occasione per aggiornare le sue previsioni sul rendimento dei bond americani. Se precedentemente si attendeva che il rendimento dei bond decennali sarebbe gradualmente sceso verso il 3% alla fine del 2023, ora la previsione aumenta al 3,50%. Nel frattempo, i bond a 2 anni -considerati particolarmente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse- hanno raggiunto un nuovo picco del 5,2%. La Federal Reserve sembra non aver paura di rallentare l’economia pur di raggiungere il target sull’inflazione, che nel frattempo è tornata a sfiorare il 4% dopo aver toccato il 3% durante l’estate. Con il prezzo del petrolio in salita e i beni energetici che stanno già diventando più cari, la Fed vuole evitare che i rincari possano nuovamente far salire l’inflazione a livelli preoccupanti.

In ogni caso, Jerome Powell ribadisce che a suo avviso l’economia americana è diretta verso un soft landing. Significa che, a suo modo di vedere, il ciclo di rialzo dei tassi d’interesse si concluderà senza causare una recessione o un rapido aumento del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti. Questa dovrebbe essere la notizia positiva per Wall Street, che però non ha impedito ai mercati azionari e obbligazionari di accusare il colpo.

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