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IATA: carburanti sostenibili per aerei cari ma necessari

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La IATA (International Air Transport Association), l’ente che rappresenta decine delle compagnie aeree più importanti al mondo, ritiene che i carburanti sostenibili per l’aviazione resteranno sempre più cari rispetto al cherosene. Sono le parole di Willie Walsh, il vertice dell’associazione, che provengono da una conferenza importante su sostenibilità e aviazione da Lisbona. Secondo le previsioni della IATA, i SAF -carburanti a basse emissioni per gli aerei- dovrebbero contribuire ad abbassare del 65% il livello di emissioni degli aerei entro il 2050. Questo con l’obiettivo di arrivare, entro questa data, a raggiungere il net zero e poter finalmente dichiarare che il mondo dei trasporti aerei non contribuisce ad alimentare il cambiamento climatico.

Secondo Welsh, questo sarebbe un fattore da mettere in conto. Per quanto ritenga che il prezzo del carburante sostenibile possa diminuire nel tempo, con l’aumento dei livelli di produzione e di impiego, ritiene che non arriverà mai a costare tanto quanto il cherosene. Questo ovviamente si riflettere sui prezzi dei biglietti aerei: nel momento in cui le compagnie aeree devono pagare di più per utilizzare una quota crescente di SAF al posto del cherosene, anche il prezzo da pagare per i consumatori aumenta. Ma Welsh ritiene che le compagnie siano pronte ad accettare questo fatto e a muoversi nella direzione della sostenibilità malgrado i costi aggiuntivi.

Attualmente i SAF rappresentano lo 0,1% del combustibile totale utilizzato nel mondo dell’aviazione, e i bassi livelli produttivi contribuiscono a renderli più cari

Pesa la mancanza di alternative

Un altro intervento importante è arrivato da Luis Gallego, CEO di IAG. Si tratta di uno dei gruppi più importanti dell’aviazione europea, che gestisce sia Iberia che British Airways. Secondo Gallego, i viaggi in aereo diventeranno più cari nel corso del tempo. Questo sarebbe l’effetto inevitabile della decisione di muoversi verso il net zero, e dunque di aumentare gradualmente il livello di combustibili sostenibili. Ma Gallego fa notare che, in questo momento, non ci sono alternative. Il vertice di IAG, in un intervento separato di fronte a Bloomberg TV, ha fatto anche notare che in questo momento ci siano delle notevoli incoerenze riguardo all’utilizzo di SAF in Europa.

Gran parte del combustibile sostenibile europeo, infatti, viene importato dagli Stati Uniti. Questo significa che il combustibile, teoricamente pensato per abbattere le emissioni di CO2, deve viaggiare per migliaia di chilometri attraverso l’oceano Atlantico prima di arrivare nei serbatoi degli aerei europei. Gallego chiede che venga riconosciuta la necessità di iniziare a produrre i SAF in Europa, in modo da poter realmente avere un impatto positivo sul cambiamento climatico grazie al loro impiego.

Ad aprile del 2023, l’UE ha deciso di fissare dei paletti: 2% minimo di SAF a partire dal 2025 e almeno il 6% entro il 2030

La Germania vuole prendere le redini in Europa

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, lunedì, sembrava aver anticipato l’intervento di Gallego a Lisbona. Il capo di Stato tedesco ha annunciato che la Germania intende diventare il leader dei SAF in Europa, preparando la strada alla crescita del settore con un accordo importante. Scholz ha dichiarato che la società di trasporti DHL, insieme alla compagnia energetica sudafricana Sasol e al produttore di idrogeno verde HH2E, sono pronte a investire in Germania per aumentare rapidamente la produzione di combustibili sostenibili per l’aviazione. Le tre società realizzeranno una joint venture per iniziare la produzione di SAF nella parte est del paese.

Un’altra società interessata a entrare in questa joint venture è Airbus, che nel frattempo continua a essere di gran lunga il costruttore di aerei più attivo nella ricerca di soluzioni climate-friendly per i combustibili aerei. I SAF sono diventati regolamentati nel 2011, e da quel momento sono diventati sempre più comuni. Secondo Air Transport Action Group, associazione con sede a Ginevra, oltre 225.000 voli hanno già visto l’impiego di questi combustibili. Scholz vede una grande opportunità economica oltre che ambientale, e nei prossimi anni è probabile che la Germania continuerà ad aumentare gli investimenti in questa direzione.

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