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IKEA vuole dimezzare le sue emissioni di CO2 entro il 2030

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IKEA alza la posta sulle sfide climatiche. Il più grande produttore di mobili al mondo è pronto a prendere l’impegno di ridurre le proprie emissioni di CO2 del 50% entro il 2030. L’obiettivo precedente era del 15%, ma i risultati ottenuti nel 2023 hanno mostrato che stavano venendo raggiunti più velocemente rispetto al previsto. Anziché ridurre gli sforzi negli anni successivi, visti i risultati già ottenuti in anticipo, IKEA ha deciso di cogliere l’occasione per rendere ancora più ambiziosi i suoi obiettivi sulla sostenibilità. Il gruppo industriale svedese è già considerato tra i più attenti all’ambiente in tutto il panorama mondiale, specialmente tra le società che hanno una forte componente di manufacturing.

Per raggiungere questo nuovo obiettivo, IKEA intende lavorare su tutta la sua filiera: dal modo in cui vengono ottenute e lavorate le materie prime, fino all’ottimizzazione di ogni aspetto del punto vendita. Questo significa accelerare di molto sull’energia rinnovabile, ma non soltanto: scarti di produzione, trasporti e gestione dei resi sono tutti elementi che rientrano nel calcolo delle emissioni complessive, e che IKEA ritiene di poter migliorare. Ciò che risulta molto positivo non è soltanto che IKEA abbia deciso di rendere i suoi obiettivi più ambiziosi, ma il fatto che sia una delle poche grandi società ad aver raggiunto realmente gli obiettivi che si è posta fino a questo momento.

Tra le aziende manifatturiere, IKEA è certamente una delle più green

Obiettivo ambizioso ma realistico

A commentare questa decisione come portavoce principale della società è stato Par Stenmark, vertice della sostenibilità di IKEA. Stenmark ha ammesso che c’è molta strada da fare per raggiungere l’obiettivo, ma che nonostante ciò lo ritiene pienamente realistico. IKEA aveva fissato il suo target precedente nel 2017, puntando a tagliare le emissioni inquinanti del 15% entro il 2030. Alla fine dello scorso anno, il gruppo si trovava già ad aver diminuito la CO2 prodotta con le sue operazioni del 22%. Uno sforzo che la società finanzia con centinaia milioni di dollari ogni anno, e che ha già visto il raggiungimento di alcuni risultati estremamente importanti.

Uno dei traguardi più ambiziosi raggiunti nel 2023 è stato operare altre 142 fabbriche destinate alla produzione dei mobili utilizzando esclusivamente energia rinnovabile. Con queste sale a 408 il numero di stabilimenti IKEA alimentati al 100% da fonti pulite di energia. Nel frattempo la società ha anche sperimentato con l’intelligenza artificiale, per eseguire il riconoscimento fotografico degli scarti dei suoi ristoranti e fare in modo che dei macchinari automatizzati li dividano debitamente secondo la raccolta differenziata. La colla per realizzare i mobili ora non viene più prodotta utilizzando materiali di origine petrolifera, bensì di derivazione naturale: si ottengono dagli scarti industriali della coltivazione del mais.

IKEA sta continuando a crescere in termini di punti vendita e fatturato, malgrado il taglio delle emissioni

Un colosso della sostenibilità

Nel 2016, IKEA aveva stimato che il suo impatto ambientale annuo fosse di 30,1 milioni di tonnellate di CO2. Nel 2023, il gruppo ha riportato un impatto stimato di 24,1 milioni di tonnellate e si aspetta di arrivare a 15,5 milioni di tonnellate nel 2030. Questo malgrado il suo business sia uno dei più tecnicamente difficili da decarbonizzare, avendo a che fare con milioni di tonnellate di legno che deve essere ottenuto tracciando attentamente la filiera per evitare di foraggiare i problemi di deforestazione del mondo. Attualmente gli approvvigionamenti di materie prime causano oltre il 45% delle emissioni di CO2 attribuibili alle operazioni di IKEA, ed è proprio questa la direzione in cui il gruppo intende operare nei prossimi anni per riuscire ad abbattere ulteriormente la propria impronta climatica. Se si mantenesse il ritmo dimostrato fino a questo momento, IKEA non dovrebbe avere problemi a raggiungere i suoi nuovi obiettivi.

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