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Il Bangladesh pagherà debiti con la Russia in yuan cinesi

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Continua la “separazione finanziaria” tra la parte Occidentale e Orientale del mondo. Questa volta, la nazione protagonista delle novità è il Bangladesh. Il governo di Dhaka ha commissionato da tempo la costruzione di una centrale elettrica a Rooppur, opera che verrà realizzata da società specializzate chiamate dalla Russia. In totale il debito dovuto al progetto è di 110 milioni di dollari, ma la vera notizia è che le due nazioni hanno deciso di non usare il dollaro americano come strumento per saldare questa transazione.

Mosca ha deciso di accettare il pagamento in yuan, la valuta nazionale cinese che da tempo sta cercando di guadagnare trazione come valuta-riserva alternativa al dollaro. La Russia, sempre più isolata a livello economico per via delle restrizioni introdotte dopo l’invasione dell’Ucraina, sta sposando l’agenda di Pechino. Da una parte questo rinsalda l’amicizia e i rapporti commerciali tra le due nazioni, dall’altro permette alla Russia di dipendere meno dal dollaro e alla Cina di estendere la propria influenza monetaria.

Per le due economie aumentano gli sforzi per diminuire la dipendenza dal dollaro americano

Un’esigenza oltre che una scelta

Non è esattamente chiaro se il governo russo sia felice di concedere questo aumento dell’influenza alla Cina o se si tratti di una scelta fatta con chiari intenti politici. Stando a Uttam Kumar Karmaker, segretario del Ministero delle Finanze del Bangladesh, ci sarebbero stati dei problemi tecnici nel processare il pagamento in dollari e questi problemi avrebbero pressoché costretto le due nazioni a trovare un’alternativa per gestire questa transazione. Stando alle parole del segretario, non c’era modo per far sì che le banche russe riuscissero a processare il pagamento in dollari americani.

Putin e gli altri membri del governo russo sono stati più volte promotori di politiche per diminuire la dipendenza della propria economia dal dollaro americano. Dall’altra parte, la Cina diventa sempre più influente: ormai l’economia cinese è estremamente più grande di quella russa, il peso politico di Pechino è più significativo di quello di Mosca e le supply chain internazionali dipendono decisamente più dalle imprese cinesi che da quelle russe. Se la Russia iniziasse a dipendere dallo yuan cinese per le sue transazioni internazionali, starebbe di fatto cedendo ancora più influenza a un vicino che da una parte sembra essere alleato, ma dall’altra vorrebbe dominare la sfera di influenza in questa parte del mondo.

L’economia del Bangladesh è in forte crescita ma dipende fortemente dagli investimenti internazionali

L’idea della moneta unica per i BRICS

Proprio considerando che la Russia difficilmente vorrà cedere alla Cina il ruolo di stampare la moneta-riserva della propria economia, prende sempre più piede l’ipotesi di una moneta unica per i paesi BRICS. Queste nazioni -Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa-, sono quelle meglio predisposte per passare da economie in via di sviluppo a economie avanzate. Il problema è che ci sono forti differenze tra le situazioni dei vari paesi, con il Brasile che addirittura sta valutando l’ipotesi di una moneta unica con l’Argentina.

La realtà è che questo tipo di progetti legati alla “de-dollarizzazione” dell’economia internazionale, fino a questo momento, è rimasto un trend latente. Un’idea nella mente di praticamente tutti i governi dell’area BRICS, ma che allo stesso tempo fatica molto a trasformarsi in pratica e a trovare delle fondamenta pratiche nella collaborazione tra le banche centrali. Se lo scacchiere geopolitico dovesse vedere un ulteriore deterioramento delle relazioni diplomatiche tra la parte Occidentale e la parte Orientale del mondo, però, gli sforzi per ridurre la dipendenza dal dollaro potrebbero assumere rapidamente le sembianze di progetti concreti e di lungo termine.

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