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Il dollaro recupera dopo gli ottimi dati sull’occupazione
Il dollaro si è ripreso giovedì in seguito ai report sugli stipendi privati e sui sussidi di disoccupazione, che indicano che il mercato del lavoro negli Stati Uniti rimane solido. Ciò aumenta la probabilità che la Federal Reserve aumenti i tassi di interesse più avanti questo mese.
Secondo il Dipartimento del Lavoro, la quantità di nuove richieste di sussidi di disoccupazione presentate dagli americani è aumentata in modo moderato la scorsa settimana. Nel frattempo, il rapporto sull’occupazione nazionale dell’ADP ha mostrato un forte incremento degli stipendi privati lo scorso mese, il più alto dal febbraio 2022.
Un sondaggio condotto dall’Istituto per la Gestione degli Approvvigionamenti (ISM) ha rivelato che il settore dei servizi negli Stati Uniti è cresciuto più rapidamente del previsto a giugno, grazie all’aumento degli ordini. Questo aggiunge ulteriori dati che indicano un’economia resiliente nonostante una politica monetaria più restrittiva.
Nonostante l’ISM mostri una diminuzione dei prezzi pagati dalle imprese a un minimo di oltre tre anni, segnalando un raffreddamento dell’inflazione, la presidente della Federal Reserve di Dallas, Lorie Logan, ha espresso una forte preoccupazione riguardo alla possibilità che l’inflazione ritorni al target in modo sostenibile e tempestivo.
I dati sul mercato del lavoro
I dati disponibili dipingono un quadro ottimista del mercato del lavoro in vista della pubblicazione del rapporto sull’occupazione di giugno, atteso con grande interesse venerdì. Inoltre, tali dati aumentano le prospettive di un’economia che potrebbe evitare il temuto declino nel corso di quest’anno.
Secondo quanto riportato dal Dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione statali sono aumentate di 12.000, raggiungendo un totale stagionalmente adattato di 248.000 per la settimana conclusasi il 1º luglio. Le informazioni relative alla settimana precedente sono state riviste al ribasso, mostrando una riduzione di 3.000 domande rispetto a quanto precedentemente riportato.
Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto 245.000 richieste per la settimana in questione. Durante le prime tre settimane di giugno, le richieste erano aumentate raggiungendo un picco di 265.000, il valore più alto degli ultimi 20 mesi. Ciò suggerisce che i licenziamenti si stanno diffondendo oltre il settore tecnologico e coinvolgendo anche industrie sensibili ai tassi di interesse, come il settore immobiliare e finanziario.
Secondo Nick Bunker, direttore delle ricerche presso Indeed Hiring Lab, la domanda di nuove assunzioni rimane elevata e i datori di lavoro mantengono ancora i propri dipendenti. Di conseguenza, si rafforza sempre di più l’ipotesi di uno scenario di rallentamento graduale del mercato del lavoro.
La reazione del mercato
Il valore dell’euro ha registrato una diminuzione dello 0,21%, scendendo a $1,0854. Nel frattempo, il dollaro si è rafforzato raggiungendo circa 144,48 yen, ma rimane al di sotto della soglia critica dei 145 yen che aveva portato all‘intervento delle autorità giapponesi lo scorso autunno. La scorsa settimana, il dollaro ha brevemente toccato quota 145,07, segnando la prima volta dall’inizio di novembre.
L’andamento del tasso di cambio dollaro-yen è generalmente correlato al rendimento dei Treasury decennali statunitensi, che è salito al 3,9375% dopo la pubblicazione dei verbali della Federal Reserve.
Secondo Shusuke Yamada, stratega capo per il forex e i tassi di interesse presso la Bank of America di Tokyo, il mercato sta monitorando attentamente il potenziale rischio di intervento, ma si prevede un ulteriore deprezzamento dello yen nel medio termine.
Yamada ha inoltre commentato che è poco probabile che il Ministero delle Finanze intervenga come ha fatto l’anno scorso. Anche il dollaro australiano ha registrato una diminuzione in linea con lo yuan cinese, a seguito dei dati che hanno mostrato una crescita dei servizi in Cina al ritmo più lento degli ultimi cinque mesi a giugno, segnalando così una ripresa post-pandemica incerta nella seconda economia mondiale.