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Il FMI chiede a Francia e Italia di spendere meno, e alla Germania di spendere di più

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Il Fondo Monetario Internazionale chiede a Italia e Francia di spendere di meno, mentre chiede alla Germania di lasciar correre la spesa pubblica per cercare di rianimare il tasso di crescita. La situazione è agli antipodi per il nostro paese e per la locomotiva europea: uno in crescita ma con un indebitamento che inizia a preoccupare il FMI, l’altro in stallo e con un quadro legislativo che impedisce al governo di dare lo slancio necesario all’economia. Questa è una settimana importante, in cui i principali ministri delle Finanze del mondo si trovano a Washington per fare un punto sulla situazione economica mondiale. Al centro dei temi di quest’anno si trovano materie come il protezionismo, i dazi, la sostenibilità e i paesi emergenti. Anche se nessuna delle decisioni prese sarà vincolante, è un momento in cui ogni economia finisce sotto la lente d’ingrandimento internazionale.

Purtroppo la situazione europea è stata inquadrata come poco favorevole, addirittura riportando alla luce i vecchi e scomodi ricordi della crisi finanziaria che colpì l’Europa dopo la crisi del debito greco. Malgrado il nuovo patto di stabilità che i paesi europei hanno firmato nel 2024, secondo il Fondo Monetario Internazionale non si sta facendo abbastanza per risolvere il problema del debito sovrano. Questo non sembra essere un problema per tutte le economie europee, ma la nostra sembra essere una particolare fonte di preoccupazione per il Fondo Monetario Internazionale.

Italia e Francia hanno introdotto “investimenti non efficienti” su cui il FMI chiede un passo indietro

Superbonus bocciato dal FMI

Il direttore della sezione europea del Fondo Monetario Internazionale, Alfred Kammer, ha esplicitamente parlato del superbonus utilizzato per premiare le ristrutturazioni come una riforma da abolire. L’ha definito un modo inefficiente di aumentare la spesa pubblica, ma ha sottolineato positivamente il fatto che il governo abbia deciso di ritirarlo progressivamente a partire dal prossimo anno. Secondo il FMI, la sola presenza del superbonus all’interno delle voci di spesa pubblica sarebbe in grado di influenzare la crescita in Italia: si parla di una crescita appena dello 0,2% all’anno nel 2026 e in seguito, dopo un ritmo di crescita più alto nel 2024-25 legato all’impiego dei fondi del Piano Nazionale di Recupero e Resilienza (PNRR). Essenzialmente, la nostra economia starebbe crescendo in questo momento grazie ai fondi che il superbonus immette all’interno dell’economia.

Helge Berger, direttrice del dipartimento europeo del FMI, sottolinea comunque che gli interventi possono fare la differenza. Essenzialmente il Fondo Monetario Internazionale ritiene che comunque ci siano le basi per poter cambiare la direzione della nostra economia, con le giuste riforme. Il FMI chiede anche all’Italia di ridurre gli incentivi fiscali, come le detrazioni e le deduzioni.

L’indebitamento italiano, francese e tedesco a confronto

Rimprovero anche alla Francia, al contrario in Germania

Il Fondo Monetario Internazionale chiede anche alla Francia di ridurre il suo livello di spesa pubblica. Per quanto la situazione francese sia nettamente migliore della nostra in termini di rapporto debito-PIL, è comunque stata bocciata dal FMI. In questo caso è stata particolarmente criticata la decisione di concedere degli sconti sull’energia alle famiglie, dopo i rincari che si sono manifestati nel paese dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Al contrario, il FMI incoraggia la Russia a spendere di più. In questo caso si ritiene che il governo non stia facendo abbastanza per aiutare l’economia, addirittura portando lo spread a ridursi: i mercati in questo momento preferiscono la crescita italiana alla prudenza fiscale tedesca. Ci sarebbe dunque bisogno di uno stimolo economico, simile a quelli che hanno introdotto l’Italia e la Francia -ma con un indebitamento diverso- per rilanciare l’attività dei consumatori e delle imprese.

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