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Il mercato dei bond segnala fiducia per la ripresa cinese
Nella chiusura della giornata di contrattazioni di venerdì, il rendimento dei bond cinesi a 30 anni è sceso sotto al 3%; anche i bond legati alle scadenze più brevi hanno performato bene, indicando che gli investitori si attendono ora tassi di interesse più bassi e un intervento pubblico per sostenere la crescita economica. Questi sono stati i temi caldi degli ultimi mesi, in cui l’economia cinese ha mostrato una ripresa molto debole dopo la rimozione delle restrizioni dovute alla pandemia. Di conseguenza sia lo yuan che i mercati finanziari cinesi hanno performato male, ma ora ci si attende che le cose possano cambiare per mano di un intervento del governo nell’economia.
Il rendimento toccato dai bond cinesi a 30 anni nella giornata di venerdì è stato il più basso degli ultimi 21 anni. Questo indica una forte attesa legata al taglio dei tassi di interesse centrali e di politiche economiche che favoriscano l’intervento pubblico nell’economia. Considerando che i consumi e gli investimenti stanno arrancando, portando a un rallentamento della crescita nella seconda economia mondiale, è molto probabile che il Partito Comunista Cinese voglia effettivamente stimolare l’attività economica con un nuovo pacchetto di aiuti. La decisione potrebbe già essere ufficializzata tra pochi giorni, al meeting del Politburò.
Si avvicina l’incontro del Politburò
In quanto nazione formalmente governata da un Partito Comunista, in Cina continuano gli incontri del Politburò. Si tratta di un organo istituito nell’Unione Sovietica e poi replicato in altre nazioni comuniste, che riunisce tutti i membri più importanti del Partito sotto lo stesso tetto. Considerando che la Cina non è un sistema democratico e che il Partito Comunista Cinese è l’unico partito de facto che esiste nella nazione, il meeting del Politburò è considerato uno degli eventi più importanti per la gestione degli affari interni ed esterni. Già in passato è stata la sede in cui sono state annunciate alcune delle politiche economiche più importanti per la Cina.
L’evento si terrà alla fine di luglio, ed è probabile che quest’anno il tema centrale sarà quello della crescita economica. I mercati sono stati sorpresi della lenta ripartenza cinese dopo due anni di restrizioni tra le più dure al mondo. Ci si attende che durante la riunione del Partito vengano discussi nel dettaglio i modi e i tempi dell’intervento pubblico a sostegno dell’economia; la previsione degli analisti, confermata dal rendimento dei bond, è che subito dopo questo evento Xi Jinping annunci le misure di aiuto alla crescita economica. Tra queste, le più attese sono tagli ai tassi di interesse e interventi mirati a favore dei produttori di automobili e del mercato immobiliare.
Una ripresa difficile
Quando la Cina ha deciso di rimuovere le restrizioni alla libertà personale introdotte per contenere la pandemia, gli investitori sono corsi a comprare azioni cinesi. Ci si aspettava che l’economia cinese, dopo due anni di lockdown, fosse pronta a una forte rincorsa rialzista con consumi in grande espansione e investimenti delle aziende senza precedenti. La realtà è stata molto diversa, a cominciare da quando il PCC ha annunciato una previsione di crescita molto moderata (5% annuo) per i prossimi anni.
Il mercato immobiliare, che vale oltre il 20% del PIL cinese, continua a performare male: i prezzi sono in discesa dai tempi della bolla speculativa esplosa con il quasi-default di Evergrande. Da quel momento il mercato non si è ancora ripreso, con serie implicazioni per tutti gli altri settori economici. In Cina, infatti, il mercato immobiliare è anche il mercato in cui la maggior parte dei risparmiatori investe il proprio denaro.
Lo stesso vale per il recupero del settore industriale, dove investimenti e assunzioni si sono mosse lungo una curva molto inferiore alle attese iniziali. Ora ci si aspetta che il governo cinese voglia intervenire per affermare la propria competitività internazionale e non lasciare che il miracolo economico cinese perda ulteriore slancio. Gli investitori ci credono, anche se da Pechino non sono ancora arrivati commenti ufficiali o proposte di legge.