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Il nuovo maxi-impianto tedesco di LNG riceve il primo carico

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La prima nave carica di gas naturale liquefatto è attraccata al nuovo hub tedesco di Mukran, nel mare del Baltico. Si tratta di un punto di svolta nella storia delle forniture europee di gas, dovuta soprattutto alla volontà di prendere sempre di più le distanze dal gas russo. Il primo carico è arrivato esclusivamente con l’obiettivo di condurre dei test, ma nelle prossime settimane è già programmato l’arrivo di importanti forniture che daranno il via a una nuova catena logistica. Non solo l’impatto sarà forte per la Germania, che insieme all’Italia era la nazione più dipendente dal gas russo; sarà un impatto avvertito in tutta Europa, grazie alla notevole capacità aggiuntiva che ne deriverà per processare il GNL.

Il gas naturale liquefatto ha dei costi di trasporto superiori rispetto a quello trasportato direttamente nei gasdotti, ma permette all’Europa di cercare i propri fornitori in quasi tutto il mondo. Si guarda soprattutto al Canada e agli Stati Uniti, che nel frattempo sono diventati il più grande fornitore di gas naturale liquefatto per l’Unione Europea. Nel frattempo anche l’Italia sta lavorando per aumentare la capacità di ricevere e processare GNL, costruendo un asse europeo che nei prossimi anni potrebbe far superare finalmente la crisi europea del gas nata con l’invasione dell’Ucraina.

L’hub sarà anche in grado di processare idrogeno verde

I test presso il nuovo maxi-impianto

Il carico ricevuto a scopo di test è stato gestito dalla società Deutsche ReGas, che lo ha trasportato sulla nave Energos Power. La nave è in grado di trasportare 174.000 metri cubi di gas naturale liquefatto, è stata costruita nel 2020 ed è considerata una dei vascelli più moderni per il trasporto del GNL. Il gas è di provenienza norvegese ed era già stato imbarcato da una nave francese, che poi lo ha trasferito sulla Energos Power. Ora gli operatori del terminal tedesco si accerteranno che il nuovo impianto funzioni a dovere, ricevendo il GNL all’interno dei serbatoi e poi immettendolo nella rete di trasporto tedesca dopo averlo riconvertito in gas. Dunque sarà un test già effettivamente utile, non soltanto per accertarsi che tutto funzioni a dovere.

La Germania opera anche altri due terminal a Wilhelmshaven e Brunsbuettel nel mare del Nord, e quello di Lubmin nel mare del Baltico. Ma questi hub non erano sufficienti a garantire la sicurezza delle forniture dopo l’invasione dell’Ucraina e l’allontanamento dal gas russo, per cui è stata velocemente ordinata la costruzione di nuovi hub. Uno in particolare, quello di Elbe, è altrettanto prossimo a ricevere il suo primo carico di gas naturale liquefatto nelle prossime settimane. I nuovi hub sono più grandi oltre che più tecnologicamente avanzati, e dovrebbero permettere alla Germania di esportare il gas naturale verso diverse nazioni del sud-est europeo.

La Germania punta a una capacità di processazione di 34 miliardi di metri cubi di LNG all’anno entro la fine del 2024

C’è chi celebra e c’è chi protesta

Le reazioni all’apertura del nuovo hub sono state molto contrastanti. Da una parte c’è Carsten Schneider, del partito social-democratico, che lo ha definito un esempio per il modo in cui la Germania dovrebbe affrontare la costruzione delle opere pubbliche. Dalla parte completamente opposta si trovano molti dei gruppi ambientalisti tedeschi, che lo hanno definito un passo indietro che rallenterà l’adozione di forme di energia più pulite.

Il gruppo DUH, una delle associazioni ambientaliste più grandi e importanti in Germania, ha addirittura dichiarato che si appellerà a tutte le possibili leve politiche e legali per fermare il progetto prima che l’approvazione dei test decreti l’apertura officiale delle operazioni. Bisogna comunque notare che il nuovo terminal è stato anche pensato con una forte predisposizione alla transizione energetica: è stato progettato per essere in grado di trasportare idrogeno verde, e fin dall’inizio del cantiere si è stabilito come obiettivo di lungo termine il fatto di convertirlo quasi totalmente all’idrogeno verde nel corso del prossimo decennio.

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