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Il più grande trader di petrolio al mondo vede il barile oltre 100$ entro la fine del 2024

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Secondo Vitol Group, la più grande azienda indipendente nel mondo del trading del petrolio, il prezzo del barile nel corso del 2024 manterrà un forte supporto a 80$ e potrà avere picchi oltre i 100$. La dichiarazione è stata resa direttamente dal CEO Russell Hardy, che ha espresso le sue previsioni al FT Commodities Global Summit. La conferenza, che si sta tenendo in questi giorni in Svizzera, è considerata uno degli appuntamenti più importanti del mondo per il settore delle commodities da un punto di vista finanziario. Il prezzo del WTI è già salito oltre i 90$ per barile la scorsa settimana, ma ci sono delle variabili che secondo il Vitol Group e altri grandi attori del mercato potrebbero portare a una situazione ancora più difficile in termini di equilibrio tra domanda e offerta.

Al centro di questa analisi c’è ancora una volta la forte tensione geopolitica in Medio Oriente, con i dialoghi per un cessate il fuoco a Gaza che ormai sono falliti; nel frattempo anche i trasporti attraverso il mar Rosso continuano a essere minacciati dall’attività terroristica degli Houthis e il cartello OPEC+ non sembra intenzionato a cambiare in alcun modo le sue politiche di tagli alla produzione. Invece l’economia mondiale sta dando segni di crescita piuttosto forte, soprattutto nei mercati emergenti e negli Stati Uniti, portando a un aumento significativo della domanda di combustibili fossili rispetto al 2023.

Il prezzo del WTI non supera i 100$ da giugno del 2022

Gli hedge funds aumentano le scommesse sul petrolio

Non soltanto Vitol Group, ma tutto il mercato sta diventando decisamente più rialzista sul prezzo del petrolio. Secondo i dati sull’esposizione degli hedge funds e dei grandi investitori istituzionali, c’è un un forte aumento delle posizioni long tra il 2 aprile e oggi. L’esposizione rialzista ai contratti futures combinati del WTI e del Brent è la più alta da sei mesi a questa parte; nel caso del Brent, le posizioni nette rialziste sono addirittura ai loro massimi da due anni e mezzo a questa parte. JP Morgan ha recentemente dichiarato che il petrolio potrebbe raggiungere quota 100$ addirittura entro la fine dell’estate, consigliando ai suoi clienti di aumentare l’esposizione al settore.

Secondo le previsioni del Vitol Group, la domanda mondiale di petrolio aumenterà di 2 milioni di barili nella seconda metà del 2024 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Altri analisti parlano addirittura di un aumento vicino ai 3 milioni di barili, decisamente al di sopra delle stime della EIA di inizio anno.

L’andamento del petrolio negli ultimi 30 giorni

Pesano le incertezze globali

Nel tentativo di abbassare il prezzo della benzina sul mercato interno, il Messico ha deciso di ridurre del 35% le sue esportazioni di petrolio e far fluire il greggio verso i distributori nazionali. Anche se spesso viene tralasciato in questo tipo di trattazione, il Messico è comunque uno dei principali esportatori mondiali. Nel frattempo sembra che gli Stati Uniti siano intenzionati a introdurre nuove sanzioni per restringere ulteriormente la capacità delle imprese russe di esportare petrolio, mentre le raffinerie in Russia rimangono sotto la costante minaccia dei droni ucraini.

La produzione russa rimane anche danneggiata dalle alluvioni che hanno fatto sfollare oltre 100.000 persone in questi giorni, aggiungendosi a una serie di altri problemi per le imprese nazionali. Il cartello OPEC rimane fermo sui suoi livelli di produzione e la domanda di greggio è aumentata anche dal settore navale, con gli attacchi Houthis che costringono le navi petroliere a evitare il canale di Suez per circumnavigare l’Africa. Anche se nessuno di questi fattori ha singolarmente un impatto decisivo sull’equilibrio mondiale tra domanda e offerta di petrolio, la somma di tutte le variabili sta rivelando una situazione delicata per i compratori internazionali.

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