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Il primo ministro russo si recherà in Iran il prossimo mese

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Il vice primo ministro russo Alexander Novak e la governatrice della Banca Centrale del paese, Elvira Nabiullina, prevedono di recarsi in Iran il prossimo mese, come riportato dall’Agenzia di informazione della Repubblica Islamica. Questa mossa potrebbe portare a una collaborazione importante e influenzare i mercati energetici globali.

Novak parteciperà alla 27ª edizione della mostra internazionale del petrolio, del gas e dei prodotti petrolchimici in Iran, in programma per metà maggio.

In quell’occasione, è previsto che si firmi un documento di cooperazione. Durante una riunione lunedì, il ministro del petrolio iraniano Javad Owji e Novak hanno discusso della possibilità di una collaborazione bilaterale nei settori del petrolio, del gas e dei prodotti petrolchimici.

I due paesi fortemente sanzionati dall’occidente, negli ultimi tempi stanno rafforzando i rapporti.

I rapporti tra Russia e Iran si intensificano

In una conversazione telefonica di lunedì, il ministro del petrolio iraniano Javad Owji e Novak, in qualità di capi della Commissione economica congiunta Iran-Russia, hanno discusso i modi per rafforzare la cooperazione bilaterale nel settore bancario,petrolifero, del gas e petrolchimico, ha riferito IRNA.

Asadzadeh ha anche osservato che i membri della delegazione russa terranno incontri business-to-business con le controparti iraniane a margine dell‘Iran Oil Show, che si terrà dal 17 al 20 maggio.

L’annuncio arriva in un momento in cui i rapporti tra Iran e Russia si sono rafforzati nel corso dell’ultimo anno. Entrambe le nazioni si sono trovate ad essere considerate emarginate e sanzionate come partner commerciali dal resto del mondo. L’Iran, a causa della mancata riuscita dell’accordo nucleare, e la Russia, a causa dell’invasione dell’Ucraina.

Lo scorso luglio, la National Iranian Oil Company (NIOC) ha siglato un memorandum d’intesa (MoU) del valore di quasi 40 miliardi di dollari con la compagnia del gas russa Gazprom. L’accordo è stato firmato dai rispettivi CEO il giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin ha fatto il suo ingresso a Teheran per partecipare ad un vertice con i suoi omologhi iraniani e turchi.

Il MoU ha incluso una serie di iniziative, tra cui dei campi di gas di Kish e North Pars, il potenziamento del campo di South Pars, lo sviluppo di sei nuovi giacimenti petroliferi, l’aumento degli scambi di gas e prodotti, il completamento di vari progetti di gas naturale liquefatto (LNG) e la costruzione di gasdotti per l’esportazione. Per l’Iran, gli investimenti russi nel campo del petrolio e del gas sono di particolare importanza.

Le sanzioni hanno colpito pesantemente la multinazionale russa del gas, Gazprom, che ha da poco chiuso un affare da 40 miliardi con l’Iran.

La Russia si allontana dal dollaro e dall’euro

La Russia sta aumentando l’uso di valute nazionali, come il rublo russo e lo yuan cinese, per regolare gli scambi di risorse energetiche. Secondo il vice primo ministro russo Alexander Novak, questa tendenza si è intensificata a seguito delle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali a causa del conflitto tra Russia e Ucraina.

Novak ha affermato che l’uso di dollari e euro è in diminuzione, e la Russia sta passando all’uso di valute nazionali a causa dei problemi attuali nei pagamenti con queste valute. Inoltre, Novak ha sottolineato che la Cina, le cui raffinerie stanno acquistando grosse quantità di petrolio russo, sta già effettuando pagamenti per gas e petrolio utilizzando il yuan cinese e il rublo russo, e che la Russia è aperta ad accettare altre valute per questi scambi.

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