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Il Sud Africa pensa al carbone per far fronte alla crisi

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Secondo fonti citate da Bloomberg, il Sud Africa, che sta affrontando una crisi energetica, sta prendendo in considerazione la possibilità di prolungare la durata operativa di due delle sue più grandi centrali elettriche a carbone al fine di garantire una maggiore sicurezza energetica.

Le centrali di Kendal e Lethabo, che rappresentano circa il 20% della capacità energetica dell’azienda di proprietà statale Eskom, potrebbero beneficiare di un’estensione della loro vita operativa.

Tuttavia, questa decisione potrebbe creare sfide sia per Eskom, che si trova in difficoltà finanziarie, sia per gli obiettivi del Sud Africa di ridurre le emissioni di gas serra. L’estensione della vita delle centrali a carbone va contro i piani del paese per una maggiore sostenibilità ambientale. Attualmente, si prevede che le centrali di Kendal e Lethabo verranno dismesse dopo il 2035.

Il paese potrebbe prolungare la durata operativa di due delle sue più grandi centrali elettriche a carbone.

La difficile situazione finanziaria di Eskom

Il Congresso Nazionale Africano al potere sta cercando freneticamente di affrontare le conseguenze dei crescenti tagli di energia che si stanno verificando a un anno dalle elezioni. Tuttavia, prolungare l’operatività delle centrali elettriche a carbone, notoriamente inquinanti, rappresenterebbe una sfida finanziaria per Eskom Holdings SOC Ltd., la compagnia di energia statale in difficoltà.

Attualmente, il governo e Eskom stanno pianificando di ritardare il decommissionamento delle unità presso le centrali a carbone più piccole, che era previsto avvenisse nel corso dell’anno o nei prossimi due anni.

Le centrali di Hendrina, Grootvlei e Camden sono quelle su cui è focalizzata l’attenzione, ha dichiarato l’azienda energetica. Queste tre centrali hanno una capacità combinata di 4,9 gigawatt, rispetto agli 8 gigawatt delle centrali di Kendal e Lethabo, e attualmente sono parzialmente fuori servizio.

La valutazione dei costi operativi per mantenere in funzione queste centrali per un periodo più lungo sarà confrontata con l’importo necessario per far funzionare le centrali a gasolio, che di solito vengono utilizzate in modo limitato durante i periodi di alta domanda.

Tuttavia, Eskom si trova in una situazione finanziaria difficile, essendo proibita l’assunzione di nuovi prestiti come condizione del pacchetto di salvataggio da 254 miliardi di rand ($13 miliardi) ricevuto dal governo.

Poiché le banche commerciali sono riluttanti a finanziare progetti legati al carbone a causa delle considerazioni climatiche, eventuali modifiche per prolungare la vita delle centrali dovranno essere finanziate attraverso il flusso di cassa.

Inoltre, per estendere l’operatività delle centrali, sarà necessario soddisfare costosi requisiti di abbattimento dell’inquinamento, a meno che non vengano concesse esenzioni. Ciò solleva preoccupazioni serie riguardo agli obiettivi climatici a lungo termine del Sudafrica, che rappresenta la quattordicesima fonte mondiale di gas serra, una classifica dominata dalla Cina che continua a sottolineare l’importanza del carbone.

Mantenere aperte le centrali a carbone potrebbe allontanare l’obbiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra.

Un passo indietro per il Sud Africa?

L’estensione dell’operatività di alcune centrali a carbone sarebbe un passo indietro per il Sud Africa, che ha investito molto nelle rinnovabili nell’ultimo anno. Recentemente, il governo sudafricano ha avviato un’importante iniziativa per incrementare la generazione di energia rinnovabile.

Nel mese scorso, è stata lanciata la prima richiesta di proposte per l’approvvigionamento di energia rinnovabile, con l’obiettivo di produrre 3.740 megawatt (MW), il più grande programma di questo tipo in tutta l’Africa.

Il Ministro dei Lavori Pubblici del Sudafrica, Sihle Zikalala, ha sottolineato l’importanza di questa fase iniziale, affermando che giunge in un momento opportuno, in quanto il governo è impegnato nella risoluzione delle sfide legate all’approvvigionamento di energia e acqua, nonché alla grave carenza di siti di smaltimento dei rifiuti che affligge il paese.

Queste azioni riflettono l’impegno del governo sudafricano nella transizione verso fonti di energia più pulite e sostenibili. Secondo Steve Nicholls, responsabile della mitigazione degli impatti ambientali presso la Commissione sul Clima del Presidente del Sudafrica, prolungare la vita di una centrale a carbone per uno o due anni non avrà un impatto significativo sul bilancio delle emissioni di carbonio.

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