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IMF, valute digitali un rischio per le nazioni più povere

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Mentre le banche centrali valutano la possibilità di creare una propria versione ufficiale delle criptovalute, il Fondo Monetario Internazionale risponde. Nella giornata di venerdì è stato pubblicato un comunicato con cui si intendono sottolineare i rischi di questa nuova forma di moneta, specialmente per le nazioni che hanno un sistema bancario fragile. Considerando i fatti degli ultimi giorni, con il collasso di SVB e le serie difficoltà di Credit Suisse, il FMI ha colto l’occasione per parlare anche dei possibili effetti delle valute digitali in una situazione del genere.

Il report è molto dettagliato: oltre 40 pagine in cui vengono evidenziati i possibili scenari dell’introduzione delle valute digitali e i loro effetti sull’economia. Per quanto il FMI concluda che questa tecnologia non dovrebbe influenzare la politica monetaria delle banche centrali, ne evidenzia alcune criticità in fatto di velocità del denaro, effetti sulla solidità delle banche e gestione delle riserve nazionali. Tutti elementi che, effettivamente, fanno riflettere sull’impatto che le valute decentralizzate delle banche centrali potrebbero avere sul modo in cui concepiamo il denaro.

Il FMI ha approntato un report molto dettagliato sui pro e contro delle valute digitali nazionali

Le preoccupazioni del Fondo Monetario Internazionale

Il punto nodale intorno al quale ruota il report del Fondo Monetario Internazionale sono le riserve bancarie. Non è un caso, dal momento che sono diventate anche il tema centrale sui mercati finanziari nel corso delle ultime due settimane. Se l’economia venisse gestita con due tipi di valute, una decentralizzata e una centralizzata di pari valore, potrebbero nascere dei problemi in caso di una crisi di panico come quella dei giorni scorsi.

Ipoteticamente, le persone potrebbero cominciare a prelevare i loro fondi dalle banche per custodirli nel loro wallet. Sapendo che il wallet non è soggetto agli stessi rischi di un conto corrente, avrebbero la garanzia di proteggere il loro potere d’acquisto ma scollegando il capitale dal sistema bancario. Questo renderebbe molto più probabile una corsa agli sportelli bancari, dal momento che sarebbe più semplice prelevare i propri fondi e sapere di poterli custodire.

Inoltre, le banche commerciali dovrebbero depositare denaro tradizionale presso la banca centrale per ottenere in cambio un pari valore sotto forma di valute decentralizzate. Questo significa che le banche private dovrebbero ridurre le proprie riserve che potrebbero potenzialmente essere oggetto di un run on the banks per sostituirle con riserve di valuta digitale.

Diverse nazioni in tutto il mondo hanno già cominciato a fare ricerca sulle valute digitali nazionali o hanno progetti pilota in corso

Situazione più difficile per le nazioni in via di sviluppo

Il report del Fondo Monetario Internazionale sottolinea che potrebbero esserci più difficoltà e rischi per le nazioni in via di sviluppo. Dal momento che questi Paesi non godono di un sistema bancario solido come quello delle nazioni avanzate, è più facile che questo diventi oggetto di panico. Le persone potrebbero anche semplicemente evitare di utilizzare in blocco le valute decentralizzate, come sta praticamente succedendo a El Salvador, rendendo inutili gli sforzi della banca centrale; oppure potrebbero diventare una forma di pagamento prevalente, cancellando le banche private.

Altro tema importante è la difficoltà nel controllare le riserve, specialmente perché potrebbe diventare molto facile cambiare in modo efficiente le valute di tutto il mondo. Di recente, ad esempio, la Turchia ha chiesto alle banche private di aumentare le commissioni sulla conversione di lira in dollari per evitare che la valuta nazionale si svaluti troppo. In un sistema interamente decentralizzato, questo potrebbe senz’altro diventare difficile. Per le banche centrali, dunque, si prevede una perdita di controllo su alcune dinamiche monetarie che potrebbero potenzialmente diventare problematiche.

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