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In Arabia Saudita si estrarrà il litio da acqua di mare
L’Arabia Saudita accelera nella sua ricerca di fonti di litio, ma intende farlo restando lontana dalle dispute di potere tra Cina e Stati Uniti. Per questo si testeranno nuovi progetti pilota, secondo quanto dichiarato giovedì dalla società di estrazione nazionale Ma’aden. Ma’aden è al 65% di proprietà del governo saudita e controlla l’attività di estrazione mineraria in Arabia Saudita per tutto ciò che non concerne i combustibili fossili; negli ultimi mesi, visto il crescente interesse del governo a sviluppare un’industria dei veicoli elettrici, l’azienda si è dedicata particolarmente alla ricerca di forniture di litio che siano stabili e in grado di soddisfare la domanda dei prossimi anni.
Uno dei progetti più ambiziosi su cui Ma’aden sta lavorando è quello di estrarre il litio a partire dell’acqua di mare, qualcosa che fino a questo momento non è mai stato fatto. L’Arabia Saudita è già una delle nazioni del mondo che si dedicano di più alla desalinizzazione delle acque marine, viste le poche falde acquifere sul territorio nazionale e vista la popolazione in crescita del regno. Nel 2023 è anche stata annunciata una joint venture tra Ma’aden e PIF, con l’obiettivo di esplorare possibili acquisizioni di miniere di litio in paesi terzi. Inoltre il governo locale ha stretto un accordo con il Giappone, sempre per l’esplorazione congiunta di miniere di litio al di fuori dei confini nazionali.
I profitti dell’oro reinvestiti nella ricerca di litio
Di recente Ma’aden ha ricevuto il via libera per costruire la miniera d’oro più grande dell’Arabia Saudita, che dovrebbe arrivare a raddoppiare la già elevata produzione nazionale. Questo significa in prospettiva grandi profitti per la società, che sta cercando modi interessanti per reinvestirli. Si parla dell’estrazione di litio non solo dall’acqua di mare, ma anche da diverse altre fonti alternative che fino a questo momento non sono mai state testate su scala. Il tutto con l’obiettivo di rafforzare l’industria dei veicoli elettrici, nella quale l’Arabia Saudita vorrebbe dire la sua già nei prossimi anni.
A febbraio 2023, la King Abdullah University ha brevettato insieme a Ma’aden una membrana di ceramica che sarebbe in grado di estrarre litio dall’acqua di mare attraverso il processo di elettrolisi. Secondo la ricerca dell’Università araba, l’acqua di mare contiene complessivamente 230 miliardi di tonnellate di litio contro le 21 milioni di tonnellate presenti nelle tradizionali riserve sotterranee. Soltanto lo 0,1% del litio contenuto nell’acqua marina sarebbe sufficiente, sempre secondo la stessa ricerca, a soddisfare tutto il bisogno di litio dell’umanità. L’Università King Abdullah e Ma’aden assicurano che questo non sia soltanto un processo di estrazione possibile a livello tecnologico, ma che sia anche in grado di assicurare la sostenibilità economica delle imprese che lo applicano.
Grandi ambizioni nel mondo degli EVs
L’entrata dell’Arabia Saudita nello scenario competitivo dei veicoli elettrici non è soltanto una possibilità, ma una certezza. Diverse fabbriche stanno già venendo costruite su tutto il territorio nazionale, in parte da costruttori già affermati che vogliono stabilire una presenza locale e in parte da nuovi costruttori nati proprio in Arabia Saudita. Lo scorso anno, il principe Muhammad Bin Salman ha presentato il marchio Ceer: il primo brand ufficiale saudita dedicato interamente a veicoli elettrici a due e quattro ruote. L’obiettivo è quello di arrivare a produrre 500.000 auto all’anno tra marchi locali e internazionali, equivalenti alla domanda annuale di oggi del mercato saudita.
Ma’aden ritiene che attualmente il litio sia una necessità così forte per il paese che, con il completamento delle prime fabbriche, non ce ne sarà abbastanza per soddisfare la capacità manifatturiera dei costruttori. BeyonCa (Renault), Lucid e Hyundai sono alcune delle società che hanno già deciso di investire in impianti in Arabia Saudita. Nel frattempo, il Primo Ministro Bandar Al-Khorayef ha dichiarato pubblicamente che la nazione intende diventare un player globale e non limitarsi esclusivamente a soddisfare la domanda nazionale; il governo ha anche approvato piani e finanziamenti miliardari per sviluppare l’industria delle stazioni di ricarica.