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Inflazione argentina rallenta, ma i prezzi rimangono elevati

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Secondo i dati governativi pubblicati mercoledì 14 giugno dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti (Instituto Nacional de Estadística y Censos, INDEC), un ente pubblico decentrato argentino che opera all’interno del Ministero dell’Economia e che esercita la direzione di tutte le attività statistiche ufficiali svolte nel Paese, il tasso di inflazione annuale in Argentina ha superato il 114% a maggio, ma, in una nota positiva per lo Stato sudamericano, l’aumento mensile è risultato sorprendentemente molto al di sotto delle previsioni degli analisti e ha mostrato un rallentamento per la prima volta in sei mesi, interrompendo una serie di aumenti mentre le pressioni sui prezzi rimangono molto alte.

Inflazione annuale in Argentina raggiunge il 114%, ma l’aumento mensile si attenua inaspettatamente

L’andamento annuale raggiunge livelli record nonostante una leggera tregua

L’incremento mensile dell’indice dei prezzi al consumo (Consumer Price Index, CPI), un indicatore statistico utilizzato per misurare le variazioni dei prezzi dei beni e dei servizi acquistati dai consumatori nel Paese (che, dunque, fornisce una misura dell’inflazione nello Stato), si è attestato al 7,8%, secondo l’INDEC, ben al di sotto delle stime degli analisti che si attendevano un aumento dell’8,7-8,9% e inferiore anche al picco dell’8,4% registrato ad aprile, il più alto incremento mensile degli ultimi decenni.

Inoltre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, l’inflazione è accelerata al 114,2%, il tasso annuale più alto dal 1991, quando l’economia argentina stava uscendo da una forte fase di iperinflazione. Nonostante ciò, anche l’inflazione annuale si è rivelata al di sotto delle previsioni degli analisti che indicavano un aumento del 116,1%.

Il tasso di inflazione resta comunque uno dei più elevati al mondo e di gran lunga superiore rispetto ai Paesi vicini.

Gli aumenti mensili dei prezzi a maggio sono stati guidati principalmente dalle utilities (aziende che forniscono servizi pubblici essenziali alla società, come la distribuzione di acqua, energia elettrica, gas, servizi di telecomunicazione e servizi igienico-sanitari), dal settore turistico e dall’assistenza sanitaria.

Si prevede che il consiglio di amministrazione del Banco Central de la República Argentina, la banca centrale del Paese, mantenga invariato il suo tasso di riferimento chiave, durante la riunione settimanale di giovedì, a causa del rallentamento dell’inflazione. L’autorità monetaria, in effetti, ha già adottato una politica restrittiva aggressiva quest’anno nel tentativo di contenere i prezzi, portando il tasso chiave dal 75% al 97%.

La difficile situazione economica del Paese sudamericano

L’Argentina da tempo combatte contro l’alta inflazione, il cui tasso annuale è salito a livelli a tre cifre a causa della debolezza della valuta, dell’indebitamento e della siccità record.

Di fatto, i prezzi in rapido aumento hanno eroso il potere d’acquisto e i risparmi, danneggiato la popolarità del governo peronista presso gli elettori in vista delle elezioni generali di ottobre e lasciato circa quattro persone su dieci nel Paese in condizioni di povertà.

La banca centrale dell’Argentina, quindi, si è trovata costretta ad aumentare il tasso di interesse di riferimento al 97% nel tentativo di contenere l’inflazione e proteggere la valuta del Paese, il peso argentino, con l’inflazione che rimane alta anche mentre Brasile, Messico e Cile hanno iniziato a vedere una moderazione dei prezzi.

Gli economisti del Banco Central de la República Argentina prevedono un aumento dei prezzi del 149% su base annua entro la fine dell’anno

A tal proposito, il mese scorso il ministro dell’Economia argentino, Sergio Massa, ha annunciato nuove misure d’emergenza per difendere il peso e risollevare l’economia locale, mentre la pressione sui prezzi continua ad aggravare le difficoltà economiche dell’Argentina, richiedendo interventi estremi per ristabilire la fiducia degli investitori istituzionali nel Paese.

Inoltre, la siccità ha aggravato la cronica carenza di dollari in Argentina, traducendosi in una diminuzione stimata di 20 miliardi di dollari delle esportazioni agricole. Fino ad aprile, le esportazioni agricole sono diminuite del 42% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Nonostante la lieve tregua sull’aumento dell’inflazione, dunque, la difficile situazione economica dell’Argentina, insieme ai prezzi elevati a livello globale legati alla guerra in Ucraina, hanno ostacolato la capacità del governo del Paese di contenere i prezzi e stabilizzare l’economia.

Gli economisti intervistati dalla banca centrale dell’Argentina, infatti, prevedono un aumento dei prezzi del 149% su base annua entro la fine dell’anno.

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