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Inizia l’installazione del campo eolico più grande al mondo

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A 80 miglia dalla costa dello Yorkshire, è cominciata l’installazione delle pale eoliche che fanno parte del più grande progetto al mondo. In questo fine settimana sta venendo installata la prima turbina da 260 metri di altezza: quando il progetto sarà interamente realizzato, ne verranno collocate in totale oltre 250. Le dimensioni di queste turbine richiedono mezzi estremi: per questo motivo si trova sul posto il Voltaire, capace di sollevare 3.200 tonnellate e ancora titolata come la nave-gru più potente al mondo.

Queste sono alcuni dei presupposti per la realizzazione della Dogger Bank Wind Farm, che una volta completata dovrebbe coprire un’area della stessa dimensione di Londra -considerando anche l’area metropolitana adiacente-. La zona scelta ha una particolare esposizione ai venti e una profondità moderata rispetto alla sua posizione: in passato formava un ponte terrestre tra Regno Unito e Europa, poi andato perso per via della deriva dei continenti.

Quando entrerà in funzione, questo campo eolico dovrebbe produrre 3.6 GW di potenza ed essere in grado di alimentare 6 milioni di case ogni anno. Le turbine sono realizzate da General Electric appositamente per questo progetto e sono in grado di generare fino a 13 MW di potenza ciascuna.

La Dogger Bank Wind Farm è gestita da una joint venture tra SSE Renewables (40%), Equinor (40%) e Vårgrønn (20%)

Prende vita il maxi-progetto inglese

Il Regno Unito ha già messo in conto di rendere l’energia eolica offshore la sua principale componente del mix energetico nel corso dei prossimi 10 anni. Entro il 2035 questa fonte di energia dovrebbe superare gas naturale, fotovoltaico e qualsiasi fonte di energia prodotta da combustibili fossili. La particolare posizione geografica del Regno Unito offre grandi vantaggi da questo punto di vista, dal momento che le coste sono battute da venti forti e costanti che permettono la realizzazione di progetti su larga scala. Inoltre in loco è nata una fiorente industria di servizi legati al fotovoltaico, con le imprese inglesi che sono tra le più capaci al mondo in questo settore.

Il grande campo eolico della Dogger Bank Wind Farm batte ogni record per la sfida ingegneristica che rappresenta: ciascuna delle turbine ha pale lunghe 107 metri. Una singola rotazione completa di una pala è sufficiente per alimentare una casa inglese per 48 ore. Quando il progetto sarà completato, dovrebbe produrre ogni anno un’energia sufficiente a risparmiare l’anidride carbonica emessa nell’ambiente da 1.5 milioni di automobili.

Questo dimostra sia quanto grande sia la Dogger Bank Wind Farm, sia quanto il Regno Unito stia seriamente investendo sulla decarbonizzazione della propria economia e del proprio mix energetico. Una scelta comunque dettata molto anche dalla convenienza, dal momento che i progetti eolici generano una redditività importante nelle condizioni in cui si possono installare al largo delle coste inglesi.

La nave Voltaire è in grado di alzarsi da sola sul livello del mare attraverso la sua piattaforma semovibile, ed è stata costruita in Cina dal gruppo COSCO Shipping Heavy Industries

I progetti già esistenti manifestano “venti di coda”

Non tutto è positivo per quanto riguarda il comparto del fotovoltaico nel Regno Unito. Malgrado l’inizio della costruzione della Dogger Bank Wind Farm, altrove si lamentano problemi con il sistema di sussidi che il governo ha utilizzato negli anni per favorire il finanziamento della transizione energetica. A fronte dell’ondata di inflazione che ha travolto l’economia inglese, i produttori si ritrovano a fare i conti con prezzi più alti sia per quanto riguarda le forniture, sia per quanto riguarda il costo del lavoro. La situazione ha portato alcuni leader dell’industria del fotovoltaico a parlare con l’Observer, un noto quotidiano inglese che ha raccolto il malcontento di questi manager.

Il Regno Unito ha utilizzato largamente in passato un sistema di CFD -contratti per differenza- nelle gare di appalto legate al fotovoltaico. Questo sistema fa sì che il governo colmi lo scarto tra il prezzo di mercato dell’energia e quello accordato con l’appaltatore, nel caso in cui il prezzo di mercato sia troppo basso per rendere economicamente sostenibili i progetti fotovoltaici. Ciò di cui l’industria si sta lamentando in questo momento è che i prezzi fissati per questo tipo di sussidi sono in molti casi fermi al 2012, per cui non tengono in conto gli aggiustamenti di prezzo dovuti all’inflazione. Questo, a detta di alcuni dei principali esponenti dell’energia fotovoltaica nel Regno Unito, potrebbe compromettere sia la realizzazione di nuovi progetti che il mantenimento di alcuni di quelli già esistenti.

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