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Intel uscirà dal Dow Jones Industrial Average? Le previsioni degli analisti

Intel potrebbe uscire dal Dow Jones Industrial Average: questa è l’opinione di molti analisti ed investitori. Gli ultimi risultati potrebbero determinarne l’espulsione.

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Una delle prime aziende tecnologiche a sbarcare nel Dow Jones Industrial Average è stata proprio Intel. Il debutto avvenne nell’anno domini 1999, proprio nell’era delle dot-com. Sul listino era sbarcata anche Microsoft. Oggi la situazione di Intel non sembra essere più tanto rosea, non almeno come quella di 25 anni or sono. Il crollo del prezzo delle sue azioni potrebbe costare costare il suo posto all’interno dell’indice blue-chip.

Alcuni analisti ed investitori ritengono che Intel possa essere rimossa dal Dow Jones Industrial Average, a seguito del calo registrato quest’anno delle sue azioni (siamo intorno ad un -60%), che l’ha portata ad essere l’azienda con la peggiore performance dell’indice e con il prezzo più basso delle azioni.

Intel fuori dal Dow Jones Industrial Average

Per Intel uscire dal Dow Jones Industrial Average sarebbe un duro colpo. La reputazione ne verrebbe compromessa in maniera molto grave. Purtroppo, però, l’azienda si è persa il boom dell’intelligenza artificiale, dopo aver rinunciato ad effettuare un investimento in OpenAI. Ma non solo: le perdite stanno aumentando presso l’unità di produzione a contratto che il produttore ha appena costruito nel tentativo di andare a sfidare direttamente TSMC.

Con l’obiettivo di reperire risorse per invertire la tendenza in atto, Intel ha deciso di sospendere i dividendi. Ma soprattutto ha annunciato dei licenziamenti, che potrebbero arrivare ad interessare il 15% della sua forza lavoro. Alcuni analisti ritengono che queste mosse possano non essere sufficienti e che, soprattutto, stiano arrivando troppo tardi per il produttore di chip.

Ryan Detrick, responsabile della strategia di mercato presso Carson Group, ritiene che la rimozione dall’indice di Intel fosse attesa da tempo. Secondo Detrick gli ultimi risultati potrebbero rappresentare la spinta finale necessaria per vedere il titolo uscire dal Dow Jones Industrial Average.

Per il momento S&P Dow Jones Indices, che gestisce il Dow, non ha voluto commentare l’eventuale rimozione di Intel dall’indice.

È importante sottolineare che le modifiche all’indice vengono apportate in base alle necessità e l’ultimo aggiornamento è avvenuto a febbraio, quando la catena di farmacie in difficoltà Walgreens Boots Alliance è stata sostituita da Amazon.com. Il prezzo delle azioni è un elemento chiave per l’inclusione nel Dow, a differenza dell’indice S&P 500 che tiene conto del valore di mercato.

Il comitato di selezione del Dow controlla se il titolo con il prezzo più alto nell’indice ha un prezzo più di 10 volte superiore a quello del titolo più basso. Attualmente, il titolo con il peso più alto – UnitedHealth Group – ha un prezzo circa 29 volte superiore a quello di Intel.

Il produttore di chip è anche il membro meno influente dell’indice, con una ponderazione pari allo 0,32% in base al prezzo di chiusura di 20,13 dollari del 29 agosto.

Intel, da chin potrebbe essere sostituita

Ryuta Makino, analista di ricerca presso l’investitore Intel Gabelli Funds, ritiene che Nvidia possa sostituire Intel sul Dow Jones Industrial Average.

Nel 2024 le azioni di Nvdia hanno registrato una crescita del 160%. L’azienda è diventata una delle più preziose al mondo grazie al ruolo essenziale che i suoi chip svolgono nel potenziare l’intelligenza artificiale generativa. Uno stock split a maggio ha anche aumentato le probabilità della sua inclusione.

Ma alcuni investitori sostengono che il titolo Nvidia potrebbe essere troppo volatile per il Dow Jones Industrial Average, che solitamente preferisce titoli più stabili.

Secondo Daniel Morgan, senior portfolio manager di Synovus Trust, Texas Instruments, un produttore di chip con quasi un secolo di storia e una notevole capacità produttiva negli Stati Uniti, è un’altra opzione per sostituire Intel nell’indice.

Le azioni di Texas Instruments sono aumentate di oltre il 20% quest’anno, raggiungendo giovedì i 211,09 dollari, un prezzo più vicino al prezzo medio dei titoli Dow Jones, che si attesta a circa 209 dollari.

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