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Qualcomm interessata ad acquistare alcune divisioni Intel
Intel finisce sotto la lente d’ingrandimento di Qualcomm, intenzionata ad acquistare alcune divisioni del produttore di chip.
Secondo alcuni rumors di stampa Qualcomm avrebbe esplorato la possibilità di acquistare da Intel le attività di progettazione, in modo da poter ampliare il proprio portafoglio di prodotti. Stando a quanto riferito da alcune fonti citate da Reuters, Qualcomm avrebbe valutato questa possibilità alla luce delle difficoltà che Intel ha nel generare liquidità. Per porre un rimedio al problema, quest’ultima avrebbe intenzione di cedere alcune divisioni aziendali e cedere alcune attività.
Qualcomm potrebbe acquistare delle divisioni di Intel
Qualcomm avrebbe mostrato notevole interesse per le attività di progettazione della sezione PC Client di Intel. Ma starebbero valutando tutte le unità di progettazione dell’azienda. L’acquisto di altre divisioni, come il segmento server, avrebbe meno senso.
Al momento non ci sarebbero stati dei contatti formali tra Qualcomm ed Intel. Interpellate direttamente da Reuters, le due società si sono rifiutate di commentare i piani, anche se da parte di Intel è stato sottolineato come l’impresa sia profondamente impegnata nel business dei personal computer.
Qualcomm è un’azienda da 184 miliardi di dollari ed famosa per i suoi chip, che vengono utilizzati sugli smartphone: tra i suoi clienti annovera Apple. La società starebbe lavorando da mesi per acquistare delle divisioni di Intel. Anche se l’interesse e i piani non sono stati ancora finalizzati e potrebbero ancora essere modificati.
I problemi di Intel
Ricordiamo che Intel ha registrato un secondo trimestre 2024 disastroso (i risultati sono stati divulgati nel corso del mese di agosto). È stata comunicata, tra le altre cose, una riduzione del 15% del suo personale e una pausa nel pagamento dei dividendi. Il management sarebbe al lavoro per riuscire a finanziare i piani di produzione dell’azienda e riuscire a generare della liquidità.
Nel 2023 i ricavi derivati dalla divisione Pc Client hanno registrato un calo dell’8% e si sono attestati intorno a 29,3 miliardi di dollari, a causa della debolezza che sta attraversando il mercato dei personal computer.
Nota principalmente per la campagna Intel Inside, l’azienda produce chip per laptop e desktop che vengono utilizzati in tutto il mondo. I dirigenti, ad ogni modo, ritengono che l’introduzione di personal computer con l’intelligenza artificiale integrata spingerà molti consumatori ad aggiornare i propri dispositivi e a far riprendere le vendite.
Discorso diverso per Qualcomm, che nel corso del suo ultimo esercizio fiscale, ha generato un fatturato complessivo pari a 35,82 miliardi di dollari. Intel, all’inizio di questa settimana, ha lanciato un nuovo chip per PC chiamato Lunar Lake, che secondo il management riuscirebbe ad offrire delle prestazioni superiori per le applicazioni che utilizzano l’intelligenza artificiale. TSMC ha prodotto parti significative dei chip, cosa che Intel tradizionalmente faceva internamente.
Il consiglio di amministrazione di Intel si riunirà la prossima settimana per valutare una proposta del CEO Pat Gelsinger e di altri dirigenti su come ridurre le varie operazioni nel tentativo di risparmiare denaro. Le possibili opzioni includono una vendita della sua unità di chip programmabili.
A rischio la gigafactory tedesca di Intel
Tra i progetti a rischio di Intel c’è anche la costruzione della gigafactory a Magdeburgo in Germania. Stando ad alcune indiscrezioni che sono circolate Intel avrebbe intenzione di riconsiderare il maxi-investimento da 31 miliardi di dollari.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, non più di un anno e mezzo fa, aveva parlato con molta enfasi di questo investimento, che sarebbe diventato il più grande mai fatto da un’azienda straniera in Germania.
L’obiettivo era quello di far diventare la nuova fabbrica un vero e proprio punto di riferimento per la produzione di semiconduttori, per i quali l’Europa dipende dall’Asia. La produzione di intel avrebbe dovuto coprire il 18% della domanda globale, ma producendo solo l’8%. La crisi di intel, però, ha mandato a monte tutte le aspettative.