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La Banca d’Israele mantiene invariato il tasso di interesse

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La Banca d’Israele ha deciso di mantenere stabile il tasso di interesse di riferimento per il secondo mese consecutivo, in risposta ai segnali di un rallentamento dell’inflazione. Tuttavia, ha emesso un avvertimento sulla possibile crescita dei costi dei prestiti nei prossimi mesi a causa del continuo indebolimento dello shekel.

Il tasso di interesse chiave rimane fermo al 4,75 percento, mantenendo il livello stabilito nella precedente decisione del 10 luglio, come previsto dalla maggior parte degli economisti. Nel corso dell’ultimo anno, la Banca d’Israele ha gradualmente aumentato i tassi di interesse, portando i costi dei prestiti da un minimo storico dello 0,1 percento registrato nell’aprile 2022 ai livelli attuali. Questi aumenti sono stati attuati con l’obiettivo di contenere l’inflazione in crescita.

La banca ha però avvertito di un possibile nuovo rialzo dei tassi in futuro.

L’inflazione rallenta

L’inflazione in Israele, dopo aver raggiunto il suo picco al 5,4%, ha subito una notevole diminuzione, scendendo al 3,3% rispetto al 4,2% registrato il mese precedente. Tuttavia, Yonie Fanning, market strategist della Mizrahi Tefahot Bank, prevede che l’inflazione annuale nel Paese possa aumentare al 4% una volta che saranno pubblicati i dati relativi all’Indice dei Prezzi al Consumo di agosto.

Questo incremento è principalmente dovuto a ragioni tecniche legate alla significativa riduzione dell’imposta di consumo sui carburanti avvenuta nell’agosto del 2022.

La Banca d’Israele in un lungo comunicato, ha spiegato che l’attività economica nel Paese si mantiene a un livello elevato ed è caratterizzata da un mercato del lavoro particolarmente competitivo, sebbene si registri una moderazione in alcuni indicatori. Ha aggiunto che l’inflazione è diffusa e rimane su livelli elevati, ma negli ultimi mesi sembra rallentare. Di conseguenza, il Comitato Monetario ha deciso di mantenere invariato il tasso di interesse.

L’inflazione sembra mostrare importanti segni di rallentamento in Israele (grafico tratto da TradingEconomics).

Il parere degli esperti

Un notevole numero di economisti ritiene che il ciclo di aumento dei tassi di interesse abbia già toccato il suo apice e prevedono che la Banca d’Israele inizierà a ridurre i tassi nel corso del 2024. Tuttavia, la banca centrale ha sottolineato che permane una concreta possibilità di dover aumentare i tassi in futuro, soprattutto nel caso in cui l’andamento dell’inflazione non continui a moderarsi secondo le aspettative.

Il tasso di inflazione annuale in Israele è sceso al 3,3% a luglio, rispetto al 4,2% registrato a giugno, raggiungendo il suo livello più basso dal marzo 2022, ma rimanendo al di sopra della fascia target del governo, situata tra l’1% e il 3%.

Michel Nies, un economista presso Citi, ha osservato che il tono del comunicato della banca centrale è stato principalmente neutrale, tuttavia ha evidenziato un elemento di prudenza: il riferimento alla concreta possibilità di ulteriori aumenti dei tassi non è stato ancora rimosso. Nies prevede un taglio dei tassi all’inizio del 2024.

L’andamento dell’inflazione è in parte influenzato dalla performance dello shekel, che ha recentemente raggiunto il suo valore minimo rispetto al dollaro degli ultimi tre anni e mezzo. La banca centrale ha affermato che il tasso di cambio, con un potenziale impatto sull’inflazione fino al 20%, si è già indebolito di oltre l’8% nel corso del 2023.

Nel tardo pomeriggio, lo shekel è ulteriormente sceso dello 0,5%, portando il tasso di cambio a 3,815 shekel per dollaro.

La banca centrale ha evidenziato che il deprezzamento dello shekel negli ultimi mesi sta contribuendo all’aumento del tasso di inflazione, e l’andamento del tasso di cambio nei prossimi mesi avrà un impatto importante sulle dinamiche dell’inflazione.

Nel frattempo, l‘economia israeliana ha registrato una crescita annuale del 3,0% nel secondo trimestre, superando le aspettative degli analisti.

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