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La Cina continua a vendere bond americani

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I dati del Tesoro rivelano che, per il quarto mese consecutivo, gli investitori cinesi hanno continuato a vendere bond americani. Il 2023 è stato segnato da una forte inversione del sentiment degli investitori cinesi verso gli Stati Uniti: dopo una lunga scalata che ha portato la Cina a essere la seconda nazione che possiede più Treasuries, quest’anno sembra che il colosso asiatico abbia deciso di cambiare rotta. Negli ultimi anni, la quantità totale di debito americano in mano agli investitori cinesi è sempre rimasta intorno alla soglia psicologica di 1 triliardo di dollari. Quest’anno, invece, si parla di poco più di $800 miliardi.

Il 2023 è anche stato segnato da un cambiamento del sentiment verso l’economia cinese, sia internamente che esternamente. Investitori locali e internazionali hanno iniziato a dubitare della possibilità che la Cina possa mantenere il suo tasso di crescita storico, dopo che una lunga serie di dati macroeconomici negativi sono culminati con il rischio di deflazione. Gli analisti, però, ritengono che questo fatto non sia collegato con l’ondata di vendite di bond e azioni quotati negli States da parte degli investitori cinesi.

Cambia la percezione del rischio degli USA

Il primo mese in cui si è notato l’alleggerimento di asset americani in mano a investitori cinesi è stato aprile, con vendite nette per $400 milioni. Dopodiché il trend ha preso forza, culminando con vendite per oltre $21 miliardi in azioni e bond americani a settembre. Da quel momento la velocità delle vendite è diminuita, ma da Pechino continuano ad arrivare più flussi di cassa in uscita che in entrata. Secondo la maggior parte degli analisti di Wall Street, questo sarebbe il frutto di un aumento della percezione del rischio di investire in strumenti a stelle e strisce.

Gli Stati Uniti si trovano in un momento particolare della loro traiettoria di recupero dalla pandemia. I tassi d’interesse elevati della Fed sono stati utilizzati per mantenere l’inflazione sotto controllo, mentre al tempo stesso è stata emessa una quantità record di bond. Il risultato è che il Tesoro americano è più indebitato di prima, e ha contratto i suoi debiti a tassi d’interesse piuttosto cari. Per quanto l’economia americana abbia dimostrato la capacità di continuare a crescere anche in un contesto di questo tipo, con un tasso di disoccupazione che rimane vicino ai minimi storici, ci sono dei dubbi da parte degli investitori cinesi riguardo alla sostenibilità di questa situazione.

Due economie sempre meno collegate

Il fatto che la Cina stia cercando di ridurre la propria esposizione agli Stati Uniti, chiaramente, non è soltanto una questione di percezione del rischio. Pechino sta cercando di prendere le distanze da Washington in primis sul fronte della propria esposizione al dollaro americano: non per niente, nel 2023 si sono fatti molto più forti gli accordi dei paesi BRICS sulla de-dollarizzazione delle principali economie emergenti. Sempre più contratti internazionali che coinvolgono società o enti pubblici cinesi vengono gestiti direttamente in yuan, mentre continua il ping-pong di dazi e limiti alla circolazione delle merci tra Cina e Stati Uniti.

In ogni caso, non sembra che gli USA siano stati impattati dalle vendite degli investitori cinesi. Malgrado il quarto mese consecutivo di vendite nette di Treasuries, lo yuan continua a perdere forza contro il dollaro americano. Inoltre l’economia americana sta accelerando decisamente più rapidamente di quella cinese in questo periodo, indicando che per il momento il conflitto economico pende a favore degli USA. Ed è per questo che, esattamente come gli investitori cinesi stanno perdendo fiducia rispetto ai bond americani, ancora di più sono i grandi fondi di Wall Street a stare disinvestendo i loro capitali investiti in bond e azioni cinesi.

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