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La Cina costruisce nuove centrali elettriche a carbone

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La principale azienda di produzione di energia elettrica da carbone in Cina, Shenhua Energy Co., sta progettando di riattivare alcuni progetti precedentemente messi in sospeso. Questa mossa è una risposta alla priorità posta dal governo cinese sulla sicurezza energetica piuttosto che sulla transizione verso fonti di energia più sostenibili.

Questa decisione di concentrarsi sulla sicurezza energetica apre nuove opportunità per incrementare ulteriormente la già notevole capacità di generazione di energia da carbone in Cina. Shenhua Energy Co., una filiale della più grande azienda mineraria di carbone del paese, la China Energy Investment Corp., ha l’intenzione di costruire ulteriori centrali elettriche a carbone entro il 2025.

L’anno scorso, la produzione totale di carbone in Cina è aumentata del 9%, raggiungendo la cifra di 4,5 miliardi di tonnellate, rappresentando così oltre la metà della produzione mondiale di carbone.

L’idea della Shenhua Energy Co. è di costruire ulteriori centrali elettriche a carbone entro il 2025.

In Cina le emissioni di CO2 aumentano invece di diminuire

La Cina contribuisce con circa il 30% delle emissioni globali complessive, superando con la sua quota gli Stati Uniti, l’Unione Europea e l’India messi insieme, come evidenziato nel Global Carbon Budget 2022.

Mentre le economie sviluppate stanno progressivamente riducendo le loro emissioni – sebbene a un ritmo ancora troppo lento per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – la Cina sta registrando un rapido aumento delle emissioni a causa della crescente richiesta di carbone, impiegato per alimentare le sue città e le industrie ad alta intensità energetica, come il settore siderurgico.

Nel secondo trimestre di quest’anno, le emissioni cinesi sono cresciute del 10% rispetto all’anno precedente, mettendola sulla strada per superare il record precedente di 11,47 miliardi di tonnellate metriche registrato nel 2021, secondo i dati raccolti da Carbon Brief, un sito web britannico specializzato in politiche climatiche. Questo trend, se non contenuto, rischia di compromettere gli sforzi internazionali per affrontare la crisi climatica, che già oggi appaiono molto distanti dal necessario per mitigare i peggiori effetti dell’innalzamento delle temperature.

La dipendenza significativa dell’economia cinese dal carbone è prevista per perdurare per molti anni, mentre gli esperti del clima esprimono preoccupazioni sul fatto che l’obiettivo di Pechino di raggiungere il “picco delle emissioni di carbonio” entro il 2030, anche se raggiunto, possa comunque essere considerato troppo elevato dal punto di vista ambientale.

La Cina emette quantità record di CO2 al punto tale da compromettere gli sforzi internazionali nella lotta al cambiamento climatico.

Neutralità entro il 2060

La Cina ha preso un impegno per iniziare a ridurre le emissioni entro il 2030 al più tardi e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060. Tuttavia, esperti climatici hanno espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che questa tempistica possa consentire alle grandi industrie del paese di costruire impianti più inquinanti nel corso del prossimo decennio.

Nel rapporto della scorsa settimana, gli analisti di GEM e CREA hanno sottolineato che la frenesia nella costruzione di nuove centrali e impianti industriali alimentati a carbone riflette una mentalità di “raggiungimento del massimo”. Nel rapporto si afferma che funzionari ed esecutivi cinesi vedono i prossimi cinque anni come un’opportunità per aggiungere capacità ad alto impatto ambientale.

D’altra parte, le autorità cinesi sostengono che il carbone sta assumendo gradualmente un ruolo di supporto nel sistema energetico per colmare i vuoti lasciati dalla generazione intermittente delle centrali eoliche e solari in rapida crescita.

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