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La Cina utilizza un altro strumento per supportare lo yuan

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La Banca Centrale della Cina ha annunciato venerdì che a partire dal 15 settembre ridurrà il requisito di riserva di valuta estera per le istituzioni finanziarie, abbassandolo del 2% rispetto al livello attuale. In un breve comunicato pubblicato sul proprio sito web, la Banca Popolare della Cina ha dichiarato che il requisito di riserva verrà ridotto dal 6% attuale al 4%.

Questa decisione mira a potenziare la capacità delle istituzioni finanziarie nell’utilizzo del capitale in valuta estera, come specificato nel comunicato ufficiale. La riduzione della quota di riserva ha l’obiettivo di aumentare la liquidità del dollaro statunitense sul mercato cinese e, al contempo, contribuire a stabilizzare il tasso di cambio dello yuan.

Il requisito di riserva passerà dal 6% attuale al 4%.

La Cina manda un messaggio

La decisione, ampiamente attesa, ha chiaramente comunicato ai mercati finanziari che Pechino sta intervenendo per limitare le scommesse al ribasso contro lo yuan.

L’importo in questione, dal punto di vista della liquidità e dei tassi in dollari USA, può sembrare insignificante, ma è fondamentale il suo impatto comunicativo. Queste misure contro il ciclo economico raramente vengono adottate come politiche isolate, e questa mossa conferma la determinazione della PBOC a contenere ulteriori debolezze dello yuan nel prossimo futuro.

Negli ultimi mesi, lo yuan cinese è stato sotto pressione a causa del rallentamento dell’economia cinese, mentre le preoccupazioni legate al settore immobiliare e al debito locale hanno suscitato timori diffusi di un aumento dei rischi finanziari. Lo yuan è sceso al di sotto di 7,3 yuan per dollaro statunitense il mese scorso, toccando il livello più basso dal periodo della crisi finanziaria globale del 2008, segnalando un’importante sofferenza dello yuan.

La Cina si trova a dover gestire un’importante crisi del settore immobiliare.

Le altre misure a supporto dello yuan

La Banca Popolare della Cina ha già introdotto altre misure nel tentativo di supportare lo yuan, queste misure includono l’adozione di un tasso di cambio di riferimento giornaliero più forte rispetto alle aspettative, che ha incoraggiato le banche statali a vendere dollari. Inoltre, è stata messa in atto una politica di restrizione della liquidità offshore dello yuan al fine di mettere sotto pressione le posizioni speculative al ribasso sulla valuta cinese.

Secondo Wang Qing, capo analista macroeconomico presso Golden Credit Rating International, il governo cinese potrebbe in futuro adottare ulteriori strumenti, come l’implementazione di politiche volte a rendere più costose le scommesse al ribasso sulla valuta cinese attraverso contratti forward.

La riduzione del tasso di riserva obbligatoria per le operazioni in valuta estera è stata annunciata prima della pubblicazione dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti, dati molto attesi venerdì scorso. Una lettura positiva potrebbe accrescere le scommesse sulla possibilità che la Federal Reserve possa aumentare ulteriormente i tassi di interesse, con conseguente rafforzamento del dollaro e pressione sullo yuan.

Questa serie di azioni della Cina sembra essere allineata con la strategia della PBOC di difendere il livello di cambio di 7,30. Tuttavia, alcuni osservatori ritengono che queste misure possano essere efficaci nel breve termine, ma dubitano che abbiano un impatto significativo sulle prospettive a lungo termine. Inoltre, notano che anche i dati economici statunitensi stanno cambiando, il che potrebbe influenzare ulteriormente la situazione del mercato valutario globale.

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