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La corsa dei BTP continua grazie alle previsioni su crescita e indebitamento in Italia

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La crescita italiana e le prospettive di indebitamento continuano a favorire la scalata dei BTP, con i bond nazionali che confermano una delle migliori performance a livello europeo nel 2024. La settimana di Piazza Affari si è conclusa con due buone notizie per l’economia del paese, entrambe molto ben recepite dagli investitori: nella sola giornata di venerdì, il rendimento dei bond italiani decennali è calato di 29 punti base attestandosi al 3,78%. Nel frattempo si continuano a vedere segnali incoraggianti anche per quanto riguarda lo spread, che per tutto il corso di marzo ha continuato a segnare i valori minimi degli ultimi due anni. Attualmente la differenza tra il rendimento dei BTP e dei Bund a 10 anni è di 141 punti base, in discesa di oltre 60 punti rispetto ai valori toccati a ottobre dello scorso anno.

Rimane grande attesa soprattutto per i tagli ai tassi della Banca Centrale Europea, considerati la decisione chiave di quest’anno per l’andamento del mercato obbligazionario europeo. L’Italia, al pari degli altri paesi con un indebitamento elevato, soffre particolarmente i contesti di tassi d’interesse elevati che portano a pagare interessi maggiori sul deficit nazionale. Il consenso degli analisti è che la BCE proceda con il primo taglio ai tassi già a giugno, molto probabilmente seguito da un altro a luglio, entrambi di 25 punti base.

L’economia italiana per ora non sembra soffrire il contagio del rallentamento tedesco

Confermate attese positive per il PIL

La Commissione Europea venerdì ha confermato le previsioni di crescita per l’economia italiana nel 2024, continuando a preventivare una crescita dello 0,7% per il PIL nazionale. Questo è un fattore molto positivo per l’economia italiana, considerando che in questo momento la Germania si trova in un periodo di stallo -alternato a trimestri di crescita negativa- e che al tempo stesso il Regno Unito si trova già in recessione tecnica. A metà di giugno si attende il prossimo appuntamento con la pubblicazione di questi dati, in cui la Commissione porterà la prossima revisione rialzista o ribassista. Molti paesi UE hanno già visto un taglio alle stime di crescita nel primo trimestre, ma l’Italia si dimostra resiliente.

La previsione di Bruxelles per la crescita europea nel suo complesso è dello 0,8% per quest’anno, ma è fortemente sbilanciata a favore delle economie emergenti: nell’Est Europa ci saranno paesi che cresceranno di oltre il 2,5%, mentre per le grandi economie dell’Europa centrale ci si attende una performance decisamente più moderata. Considerando anche che si tratta di un periodo di rallentamento generale dell’economia mondiale, una crescita dello 0,7% è un risultato che l’Italia può essere felice di ottenere.

L’andamento dello spread BTP-Bund (fonte: Borsa Italiana)

Indebitamento sotto al 140% del PIL a fine anno

Un argomento di cui si è discusso tantissimo negli ultimi anni è la politica fiscale italiana, che l’Europa ha più volte spinto a cambiare per orientarsi verso un taglio del deficit. Questo è uno dei fattori più penalizzanti per i BTP italiani, che da oltre vent’anni li rende -insieme ai bond greci e spagnoli- quelli che presentano il rendimento più alto nell’Eurozona. Il sottosegretario all’economia, Federico Freni, ieri ha confermato che l’economia italiana dovrebbe mantenere un rapporto deficit-PIL sotto al 140% alla chiusura del 2024.

Questo anche malgrado le previsioni di una spesa pubblica più alta per gli incentivi alle ristrutturazioni, che secondo il sottosegretario costeranno alle tasche dei contribuenti uscite per €210 miliardi. In ogni caso, il Ministero ammette di non avere ancora un’idea precisa di quanti fondi sarà necessario spendere per le misure sulle ristrutturazioni e che potrebbe essere necessario rivedere le stime sull’indebitamento in base ai dati effettivamente riscontrati. Attualmente la previsione è di concludere l’anno con un rapporto deficit-PIL del 137%, ma bisogna considerare che il Ministero dell’Economia ha una previsione più alta (+1.0%) rispetto a quella della Commissione Europea sul tasso di crescita italiano.

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