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La cura di Erdogan per l’inflazione non convince i turchi: peggior elezione in 20 anni per il Presidente

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Ormai quasi tutti i voti sono stati contati e il risultato non è positivo per Tayyip Erdogan. Ieri è stata la giornata decisiva per le elezioni tenutesi a livello nazionale, per eleggere sindaci e cariche locali. Anche se non hanno alcun impatto sulla Presidenza, i risultati dimostrano che la cura che il governo sta cercando per l’inflazione non ha convinto i cittadini. Ekrem Imamoglu ha vinto con oltre 10 punti percentuali la carica di sindaco di Istanbul, e le sue prospettive per le prossime elezioni presidenziali risultano migliori di quanto lo siano mai state. Il suo partito (Partito Repubblicano del Popolo, PRP) ha anche mantenuto la sua maggioranza ad Ankara e ha guadagnato 15 nomine in più rispetto alle ultime elezioni.

Questo è il peggior risultato elettorale degli ultimi vent’anni per Erdogan, che in un’intervista post-elettorale ha definito l’esito “un punto di svolta“. I risultati mostrano che Imamoglu è riuscito a guadagnare voti ben oltre lo “zoccolo duro” del suo partito, andando ad esempio a guadagnare il favore degli elettori più attenti alle tradizioni islamiche e quello di chi si preoccupa maggiormente con il tema dell’inflazione. Malgrado il recente rialzo dei tassi d’interesse e tutti gli sforzi per abbassare la pressione sui prezzi da parte di Erdogan, che in parte stanno funzionando grazie al ritorno a una politica monetaria più classica, la pazienza è finita per sempre più elettori.

Imamoglu era già stato eletto sindaco di Istanbul nel 2019

Pesa il tema dell’inflazione

Secondo gli ultimi dati disponibili, pubblicati all’inizio di marzo, attualmente il tasso d’inflazione turco è del 67% e questo colloca il paese al terzo posto di quelli con l’inflazione più alta al mondo. Istanbul è il motore economico del paese ed è vista anche come la città più importante dal punto di vista politico, oltre ad essere la più popolosa d’Europa. Questo la rende un termometro importante sia del clima economico-finanziario che sociale, ed è dunque la sfida più attesa per le elezioni locali. Lo stesso Erdogan è stato sindaco di Istanbul prima di diventare Presidente. Qui Imamoglu ha battuto Murat Kurum, ex-Ministro di Erdogan, mostrando segnali di poter seguire lo stesso percorso.

I sostenitori del partito di Imamoglu si sono riuniti anche ad Ankara con bandiere della nazione e del partito stesso, per celebrare la rielezione di Mansur Yavas. Qui sono partiti anche dei cori contro Erdogan, il quale ha replicato con un discorso moderato di fronte ai propri sostenitori. L’attuale presidente ha ammesso la “perdita di quota”, ma ha promesso di voler ascoltare le richieste della popolazione e di voler rimediare a qualunque errore possa essere stato commesso. Al primo posto tra le tematiche care agli elettori, secondo i sondaggi dei giorni scorsi, ci sarebbe proprio il tema dell’iperinflazione. Nelle città industriali del nord-ovest come Bursa e Balikesir, dove nuovamente ha vinto l’opposizione, il tema più grande è stato quello dei salari ai quali manca l’adattamento all’inflazione.

Ekrem Imamoglu, 53 anni, arriva da un passato come imprenditore e si è messo in politica nel 2018

Turchia pronta a un cambio?

Erdogan guida la Turchia dal 2002 e per lungo tempo ha goduto di una grande base di supporto tra la popolazione, ma le serie problematiche economiche sembrano ormai aver preso il sopravvento. Sommando tutti i voti a livello nazionale, il PRP ha ottenuto il 37% delle preferenze contro il 35% ottenuto dal partito del Presidente. Nel sud a prevalenza curda, si mantiene invece una solida leadership del partito DEM che rappresenta questa fetta della popolazione. Erdogan è diventato un tassello importante della geopolitica mondiale, facendo spesso da mediatore tra la NATO e la Russia. Se le prossime elezioni presidenziali dovessero confermare il risultato di oggi -anche considerato che nel 2023 Erdogan ha vinto con meno di 5 punti percentuali di scarto- i riflessi di questa nuova leadership in Turchia si avvertirebbero anche in Europa.

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