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La Danimarca introduce tassa green sui passeggeri aerei

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La Danimarca ha annunciato la decisione di imporre una “tassa green” su tutti i passeggeri aerei dei voli interni e internazionali. L’obiettivo è tassare i passeggeri di oggi, che volano su aerei ancora alimentati quasi del tutto a cherosene, per finanziare la transizione verso i SAF (combustibili sostenibili per l’aviazione). Se ne sta parlando sempre di più: i combustibili sostenibili per l’aviazione sono forme alternative di carburante di origine non fossile, che quando vengono bruciati liberano nell’atmosfera una quantità ridotta di gas serra. Proprio ieri sono arrivate notizie importanti su questo fronte anche dalla Casa Bianca, con Joe Biden che sta cercando di favorire i SAF attraverso il riconoscimento dell’etanolo come carburante appartenente a questa categoria.

Il governo danese ha dei grandi progetti per i combustibili sostenibili. L’Unione Europea ha già messo in piedi una regolamentazione che prevede di aumentare l’uso di SAF nel combustibile dei voli commerciali. Anche se si continua a discutere sul 3% o 5%, è di queste cifre che si sta parlando. La Danimarca invece vuole puntare a qualcosa di molto più grande: la nazione intende usare il 100% di SAF sui voli interni a cominciare dal 2030. Da una parte è vero che la Danimarca è una nazione piccola e con pochi voli interni di breve durata, ma questo è comunque un tentativo pionieristico di compiere qualcosa a cui nessun’altra nazione è ancora arrivata.

Come funziona la nuova tassa

Il governo aveva già proposto un modello di tassazione a novembre, prima che la tassa effettiva venisse approvata oggi. Si pagheranno in media 100 corone danesi, cioè 14.35$ al cambio attuale. La tassa sarà di 50 corone danesi per i voli europei (7.17$), 310 corone danesi per i voli di media distanza (45.33$) e 410 corone per i voli su lunghe distanze (59$ circa). Tutti i fondi che verranno ricevuti dal governo saranno utilizzati per finanziare la transizione verso i SAF, anche se non è ancora esattamente chiaro come il governo intenda spostare le risorse verso l’adozione dei combustibili sostenibili. Si valuta sia la possibilità di compensare direttamente le compagnie aeree che operano i voli, sia di sussidiare l’acquisto di SAF direttamente presso gli aeroporti nel momento in cui gli aerei fanno rifornimento.

Il fatto che la tassa abbia un’incidenza diversa in base alle distanze coperte da ogni volo assicura che nessuno paghi “troppo”. In relazione al costo del biglietto aereo, l’incidenza è relativamente bassa e al tempo stesso sufficiente a garantire un gettito molto importante al governo danese. C’è chi ha criticato però il fatto di non applicare un importo diverso in base alla classe del biglietto aereo con cui si vola: sarebbe corretto, secondo l’opposizione, che chi vola in business class o in prima classe sia soggetto a un costo più alto rispetto a chi vola in classe economy.

Un caso da pioniere

Tutte le nazioni del mondo stanno optando per l’aumento dell’uso dei combustibili sostenibili per l’aviazione, ma nessuno si era spinto fino al punto di arrivare a voler completamente sostituire i combustibili fossili. La Danimarca sta puntando a fare qualcosa che nessun’altra nazione al mondo ha ancora in programma, mentre il governo locale ha già iniziato (e a questo punto, trovato) le coperture per una transizione completa.

Questo è un messaggio interessante che la nazione invia dopo la fine del COP 28. Quasi 200 nazioni partecipanti hanno discusso a fondo su un accordo sui combustibili fossili che, poi, è arrivato in maniera molto blanda. L’iniziativa della Danimarca ricorda come ogni nazione abbia la possibilità di scegliere per sé che cosa fare e come impostare il proprio percorso di sostenibilità, a prescindere dagli accordi internazionali.

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