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La FERC riesamina il permesso per il gasdotto di Equitrans

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La Federal Energy Regulatory Commission (FERC) è tenuta a riesaminare diverse ordinanze che consentono la ripresa dei lavori del gasdotto della Mountain Valley, attualmente condotti dall’azienda energetica statunitense Equitrans Midstream Corp (ETRN).

La Corte d’appello degli Stati Uniti per il circuito di Washington D.C. ha respinto la maggior parte delle obiezioni dei gruppi ambientalisti alle ordinanze della FERC che permettevano l’avanzamento dei lavori di costruzione.

Tuttavia, il collegio composto da tre giudici ha concordato con i gruppi sul fatto che il regolatore non ha spiegato in modo adeguato la sua decisione di non redigere un’analisi supplementare sull’erosione e la sedimentazione lungo il tracciato del gasdotto.

Nonostante ciò, la corte non ha annullato le ordinanze della FERC che permettono la ripresa dei lavori sul progetto. Le ha invece rimandate all’agenzia, chiedendo di preparare una dichiarazione supplementare sull’impatto ambientale o di fornire una migliore spiegazione del motivo per cui tale dichiarazione non è necessaria.

La Corte d’Appello ha chiesto alla FERC di rilasciare un’analisi supplementare sui problemi di erosione e sedimentazione.

La controversia

Mountain Valley ha ottenuto nuovamente le autorizzazioni dal Bureau of Land Management, dalla Forest Service e dal Fish and Wildlife Service, che erano state precedentemente revocate dalla Quarta Corte d’Appello, secondo la decisione della Corte di Appello di Washington.

Sierra Club, Appalachian Voice e altri gruppi ambientalisti alleati hanno affermato che la FERC ha consentito illegalmente la ripresa dei lavori di costruzione nonostante Mountain Valley fosse ancora in attesa di autorizzazione per costruire nella Jefferson National Forest.

Tuttavia, la corte d’appello ha stabilito che l’annullamento di una specifica autorizzazione federale non invalida automaticamente l’autorizzazione generale alla costruzione, soprattutto se i lavori di costruzione sono già significativamente avanzati.

La corte ha ritenuto che la commissione abbia fornito una spiegazione sufficiente del motivo per cui fosse opportuno riprendere i lavori di costruzione, poiché gli sviluppatori avevano già posato tubazioni nel terreno senza aver ancora completato i lavori di ripristino. Lasciare aree esposte agli elementi avrebbe comportato un degrado e un’erosione graduale.

Tuttavia, è stata comunque richiesto alla FERC di compilare una dichiarazione supplementare che si occupi dei problemi di erosione e sedimentazione inaspettatamente gravi lungo il percorso del gasdotto.

La decisione della Corte d’Appello ha comunque restituito a Mountain Valley le autorizzazioni precedentemente revocate.

I vari ostacoli alla costruzione del gasdotto

Il gasdotto del valore di 6,2 miliardi di dollari, progettato per trasportare gas di scisto degli Appalachi verso l’est degli Stati Uniti, ha incontrato numerosi problemi legali e ostacoli normativi che ne hanno ritardato la conclusione.

Attualmente è in ritardo di oltre quattro anni rispetto alla tabella di marcia prevista e ha un costo quasi raddoppiato rispetto a quello iniziale. Secondo Equitans Midstream il gasdotto è attualmente completato al 94%.

Tuttavia, il rimanente 6% della costruzione riguarda attraversamenti di corsi d’acqua e habitat protetti, che richiedono ulteriori permessi. All’inizio di maggio, gli sviluppatori hanno dichiarato che potrebbero completare il gasdotto entro la fine del 2023, ma hanno anche evidenziato l’esistenza di rischi e incertezze significative, tra cui le attuali cause legali e quelle future.

Oltre a seguire il percorso regolare per ottenere le autorizzazioni necessarie, Equitrans ha dichiarato che sostiene attivamente l’adozione di una legislazione federale per la riforma delle infrastrutture energetiche che richieda esplicitamente il completamento del progetto “Mountain Valley”.

All’inizio della costruzione del gasdotto Mountain Valley nel febbraio 2018, Equitrans aveva stimato che il progetto, lungo 303 miglia (488 km) e con una capacità di 2 miliardi di metri cubi al giorno, avrebbe avuto un costo di circa 3,5 miliardi di dollari e sarebbe entrato in servizio entro la fine del 2018.

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