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La Romania usa i CFD per finanziare l’energia rinnovabile
La Romania ha deciso di destinare una parte importante dei fondi ricevuti dalla BCE alla transizione energetica, puntando soprattutto all’ecolico e al fotovoltaico. La nazione est-europea ha intenzione di investire molto in questa direzione, e per farlo ha deciso di lanciare un progetto a lungo termine che vedrà un sistema di aste dal 2023 fino al 2030. Nelle prossime settimane cominceranno a essere assegnate le aste per i primi progetti: in totale verranno assegnati, tramite gara di appalto, 1 GW di progetti in fotovoltaico e 1 GW di progetti in eolico. Il tutto con l’obiettivo di ripetere queste operazioni di anno in anno, fino alla fine del progetto.
Considerando che l’Unione Europea ha fissato dei target molto stringenti per la transizione energetica e per l’abbattimento delle emissioni, tutte le nazioni che ne fanno parte si stanno impegnando nella stessa direzione. Quello che sorprende per quanto riguarda la Romania, però, è il sistema di CFD che il governo ha pensato per incentivare la produzione di energia rinnovabile. Solitamente si tratta di strumenti finanziari derivati che vengono utilizzati nel trading online, ma in questo caso saranno impiegati affinché le imprese coinvolte nei progetti possano avere ricavi più prevedibili e stabili nel tempo. Per una nazione che si sta ancora interfacciando con la prima fase della transizione energetica, si tratta di un esperimento molto interessante e con il potenziale per essere replicato altrove.
In arrivo i primi appalti con i fondi europei
La European Bank for Reconstruction and Development (EBRD) è il principale finanziatore di questo piano a lungo termine, che comincerà a vedere assegnati 2.000 MW di potenza in appalti già nel corso dei prossimi mesi. Considerati i consumi medi delle famiglie rumene, circa 2 milioni di case dovrebbero poter essere alimentate grazie all’energia prodotta da queste prime installazioni. Si pensa soprattutto a un piano in cui i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche saranno promosse in parallelo, cercando di diversificare il mix energetico e sfruttando al massimo la geografia del territorio. L’idroelettrico non è un’opzione molto praticabile, vista la natura prevalentemente pianeggiante del territorio.
Nei prossimi giorni verranno aperte le candidature, con le imprese del settore che potranno iniziare a inviare le proprie proposte. I vincitori saranno poi annunciati a novembre, e l’inizio dei lavori potrebbe già essere approvato entro la fine dell’anno. Complessivamente ci si aspetta che entro il 2030 vengano assegnati appalti per 10 GW di energia rinnovabile, grazie ai quali la transizione energetica rumena dovrebbe conoscere un grande passo in avanti. Fino a questo momento, la EBRD ha già finanziato 514 progetti in Romania per un totale di 10.5 miliardi di euro. Il settore dell’energia rinnovabile è stato uno dei maggiori destinatari di questi fondi fino a questo momento.
Il sistema di CFD per garantire stabilità ai ricavi
La Romania ha deciso di utilizzare i Contratti per Differenza (CFD) per garantire alle imprese che si occuperanno dei nuovi progetti un sistema di copertura prevedibile dei ricavi. Il sistema è pensato per accompagnare i nuovi campi eolici e fotovoltaici per un periodo di 15 anni, in cui i produttori potranno beneficiare di un aiuto per vendere la propria energia a prezzi controllati. I contratti per differenza faranno in modo che il governo aiuti direttamente i produttori di energia, nel momento in cui il prezzo di mercato dell’energia non dovesse essere sufficiente a coprire i costi di produzione. Questo sarà un tema centrale per garantire la stabilità economica di questa nuova iniziativa.
La EBRD ha studiato questo sistema in accordo con il Ministero dell’Energia della Romania, sviluppando un sistema piuttosto sofisticato e funzionale. L’obiettivo è quello di portare interessi privati a investire nella transizione energetica di questa nazione che, al pari di molte altre nazioni europee, ha risentito pesantemente della guerra in Ucraina e del calo delle importazioni di gas e petrolio russo. Questa situazione crea un ambiente ideale per spingere sull’acceleratore in quanto a transizione energetica, in modo da decarbonizzare il mix energetico rumeno e al tempo stesso aiutando la nazione a dipendere meno dal gas naturale in un momento di fragilità per gli approvvigionamenti.