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La scommessa sull’AI non paga: azioni Meta a picco, giù tutto il comparto tech
Le azioni Meta guidano il calo di tutti i principali titoli tech nella giornata di scambi di oggi, con la società di Mark Zuckerberg che ha cancellato $170 miliardi di capitalizzazione dopo un crollo del 13% nelle prime ore di trading a Wall Street. Ieri è stata la giornata della pubblicazione dei dati trimestrali del conglomerato che gestisce Facebook, Instagram e Whatsapp. A pesare sull’entusiasmo degli investitori sono le dichiarazioni legate all’AI generativa, che gli azionisti si aspettavano potesse essere il nuovo grande traino dei risultati della società. I risultati del primo trimestre mostrano che i costi della ricerca sull’intelligenza artificiale e gli investimenti in infrastrutture appropriate sono altissimi, ma al tempo stesso non ci sono all’orizzonte delle prospettive di profitto.
Meta è stata una delle prime grandi aziende tech a riportare i suoi dati del Q1 2024, per cui i mercati hanno iniziato a considerare la possibilità che anche gli altri titoli del comparto possano stare andando incontro allo stesso trend. Alphabet e Microsoft hanno accusato il colpo, anche se ancora non tanto quanto le azioni Meta. Sembra che la previsione di UBS sia corretta: la grande banca svizzera è stata una delle poche a segnalare che l’eccessivo entusiasmo per l’AI generativa stesse pesando sulla capacità di aumentare i profitti. Quantomeno nel breve e medio termine, sembra piuttosto evidente che l’AI generativa sia destinata a causare più perdite che profitti.
Zuckerberg avvisa chiaramente gli investitori
Mark Zuckerberg è stato molto trasparente nel dire che la sua azienda potrebbe trovarsi a sostenere spese “significative” nei prossimi anni prima che gli investimenti sull’AI generativa possano portare a produrre dei ricavi consistenti. Pur senza dare numeri, date e stime, sembra chiaro che si stia parlando di un orizzonte superiore a 5 anni prima che potenzialmente Meta inizi a generare dei profitti su questo tipo di investimenti. Di recente la società ha presentato Llama 3, il suo nuovo modello di interpretazione linguistica che si abbina a un editor di immagini alimentato dall’AI; l’obiettivo è sia quello di offrire un sito separato dove poter utilizzare questo software, sia integrarlo all’interno delle sue piattaforme social.
Meta si trova in una situazione particolare, dove la sua ricerca per l’AI generativa è solo una delle aree che sta pesando sulla capacità dell’azienda di essere profittevole. L’altra grande area di spesa è quella del metaverso, che continua ancora oggi a operare in perdita dopo ormai tre anni dall’annuncio del cambio di nome da Facebook a Meta. La pazienza degli azionisti è limitata, per cui la spesa in R&D superiore alle attese e le proiezioni poco entusiasmanti sui ricavi del Q2 ’24 hanno causato un rapido aumento delle vendite delle azioni già nelle prime ore della giornata di contrattazioni. Invece Nvidia e altre società legate ai semiconduttori hanno aperto in rialzo, beneficiando della conferma che Meta stia investendo miliardi di dollari in microchip per l’AI generativa.
C’è chi rimane ottimista sul titolo
Non tutti gli analisti condannano la situazione di Meta in questo momento, dopo che il titolo arriva da una lunga corsa rialzista nel 2023 ed è ritornata a crescere anche in termini di utenti. Arginata la paura che TikTok potesse prendere il sopravvento, ora l’azienda di Mark Zuckerberg arriva da un ciclo di taglio ai costi ed efficientamento delle operazioni. Evercore, ad esempio, è uno dei fondi che ritiene molto utile continuare a investire sul titolo. I suoi analisti evidenziano come questo ciclo di investimenti sia iniziato da una posizione di forza, con una probabilità molto più alta di rivelarsi una scommessa corretta ed evitando che i rivali possano dominare il mondo dell’AI generativa in una fase in cui tutto il settore tech è concentrato su questa tecnologia.