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Lagarde accusa aziende di speculare sul tasso di inflazione
La Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha espresso parole chiare e forti sul comportamento delle aziende di fronte al tasso di inflazione. Il vertice della BCE ritiene che molte società private stiano alzando i prezzi per i consumatori finali non in risposta a un aumento dei costi delle forniture, ma semplicemente con l’obiettivo di migliorare i margini sul venduto. Il termine tecnico utilizzato spesso in inglese è greedflation, cioè una crasi tra “greed” (avidità) e “inflation” (inflazione). Il commento è arrivato nella stessa conferenza stampa in cui la banca centrale ha annunciato il settimo rialzo consecutivo dei tassi di interesse.
La banca centrale non ha voluto menzionare specifici settori e tantomeno specifiche aziende, ma il commento è probabilmente legato a industrie come quella dei beni primari e della ristorazione. Nelle ultime rilevazioni sul tasso di inflazione nell’Area Euro, questi sono i due mercati in cui si registra il maggior tasso di inflazione; con i dati di bilancio trimestrali in uscita in queste settimane, per la banca centrale è facile verificare quali siano le aziende che hanno aumentato i margini sul venduto praticando prezzi più alti.
Una questione di psicologia dei consumi
Quando il tasso di inflazione nell’economia è alto, i consumatori si aspettano che i prezzi aumentino regolarmente nel corso del tempo. Se il prezzo dei fattori produttivi aumenta, le società sono costrette ad aumentare i prezzi per cercare di difendere la redditività delle proprie operazioni; in altri casi, però, si può semplicemente sfruttare la psicologia dei consumi per migliorare i margini. Dal momento che i consumatori si aspettano dei rincari, non daranno la colpa a una specifica azienda vedendo aumentare il prezzo dei suoi beni o servizi. In questo modo, anche le aziende che non stanno riscontrando un aumento dei prezzi dei fattori produttivi possono richiedere pagamenti più alti per i propri prodotti limitando molto la perdita di quote di mercato.
I lavoratori, però, non stanno a guardare: la Banca Centrale Europea fa notare che ora l’inflazione sta diventando sempre più considerata all’interno dei salari medi, il che è preoccupante per la banca centrale. Quando l’inflazione viene inglobata nei salari, i consumatori adattano la propria capacità di spesa ai prezzi in un primo momento; nel corso del tempo, però, la diffusione di salari più alti nell’economia è a sua volta una fonte di aumenti dei prezzi al consumo. Questo circolo vizioso genera un effetto sistemico dell’inflazione, rendendola più difficile da combattere.
Tassi in rialzo come da attese
Prima della conferenza stampa, la Banca Centrale Europea ha pubblicato l’esito della sua ultima riunione sulla politica monetaria. La decisione più importante, per quanto ampiamente attesa dagli analisti, è stata quella di alzare i tassi di interesse di 25 punti base. Si tratta della settima riunione consecutiva in cui la BCE aumenta i suoi tassi di interesse, seguendo la stessa decisione presa 24 ore prima dalla Federal Reserve. Nessuna sorpresa anche per quanto riguarda le motivazioni addotte dalla Presidente della BCE: continuare ad alzare i tassi è importante per ridurre il tasso di inflazione.
La Banca Centrale Europea conferma anche di star riducendo il suo portafoglio di asset acquistati durante la pandemia. Fino alla fine del 2024 è previsto che il rendimento di questi asset in portafoglio venga reinvestito in altri titoli di Stato emessi dai governi dell’Eurozona, ma la BCE conferma che per il momento non sono previste iniezioni di liquidità nell’economia. Questo è un aspetto interessante, soprattutto perché non sono stati annunciati programmi di emergenza per il comparto bancario. La banca centrale ritiene dunque che le banche europee siano solide e che non soffriranno dei tassi in aumento.