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L’Arabia Saudita investe $3,4 miliardi nel rame e nel nichel

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L’Arabia Saudita sta intraprendendo una nuova avventura nel settore estrattivo del rame e del nichel attraverso l‘acquisizione di una quota delle attività della compagnia brasiliana Vale.

Con un accordo del valore di 3,4 miliardi di dollari in contanti, la Saudi Arabian Mining Company e il Saudi Public Investment Fund acquisiranno il 13% delle operazioni di estrazione di rame e nichel della società mineraria brasiliana. Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’affare ha valutato l’intera attività a 26 miliardi di dollari. Le due entità saudite collaboreranno in una joint venture chiamata “Manara Minerals”, fondata a gennaio.

L’accordo

Il Regno ha annunciato un piano di spesa di 2,6 miliardi di dollari per acquisire il 10% delle azioni di una società mineraria brasiliana attraverso una partnership tra il suo fondo sovrano e l’azienda statale Maaden. Questo accordo darà all’Arabia Saudita quote in diverse miniere sparse in tutto il mondo, che producono rame, nichel e altri metalli industriali, da Indonesia al Canada.

La decisione di investire nel settore minerario è parte di una strategia guidata dal Principe Ereditario Mohammed bin Salman, volto a diversificare l’economia del paese, riducendo la dipendenza dal petrolio. Ha ambizioni di sviluppare sia un’industria mineraria interna che di espandere gli investimenti all’estero.

Negli ultimi anni, l’Arabia Saudita, tramite il suo Public Investment Fund, ha compiuto una serie di investimenti su scala globale, acquisendo quote in varie società, dal settore dei videogiochi a quello delle automobili elettriche.

Tuttavia, l’accordo con la società mineraria Vale rappresenta il primo importante investimento nel settore minerario, dopo la creazione di una joint venture con Maaden a gennaio, denominata Manara. Questo evidenzia la crescente importanza del settore minerario, soprattutto in vista delle esigenze della transizione energetica in corso.

Il nichel così come il rame sono fondamentali per le infrastrutture necessarie per la transizione energetica.

Su Vale

Vale, l’azienda oggetto di discussione, sta seriamente valutando la possibilità di scorporare e quotare la sua divisione di rame e nichel, come riportato dal FT. Il CEO dell’azienda ha espresso in un’intervista la convinzione che questa divisione abbia il potenziale per crescere e superare la casa madre.

Il direttore dell’ hedge fund Engine No.1 ha sottolineato con forza al Financial Times che Vale Base Metals è strategicamente posizionata per fornire materie prime da fonti sostenibili, un aspetto cruciale per costruire le infrastrutture del futuro.

Engine No. 1 ha guadagnato notorietà grazie alla sua straordinaria vittoria su Exxon Mobil Corp. due anni fa, quando è riuscita a collocare ben tre direttori all’interno del consiglio di amministrazione della gigante del petrolio.

Da quel momento, la società con sede a San Francisco si è dedicata con determinazione a un progetto ambizioso: l’acquisizione di attività minerarie e legate ai combustibili fossili, al fine di aiutare altre aziende a intraprendere un percorso di decarbonizzazione. Questa iniziativa è particolarmente importante, considerando il crescente numero di investitori che stanno abbandonando tali settori. A sostegno di questa strategia, Engine No. 1 ha ingaggiato lo scorso anno un manager proveniente da Blackstone Inc., una prestigiosa società di gestione patrimoniale.

Il CEO di Vale, Eduardo Bartolomeo, condivide questa visione e afferma che la loro azienda è unica nel settore, con la capacità di soddisfare la crescente domanda di metalli ecologici, essenziali per la transizione energetica globale.

Il rame e il nichel sono elementi chiave di questa transizione, essendo indispensabili per le installazioni eoliche e solari, i veicoli elettrici e lo stoccaggio delle batterie.

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