News Economia
Leader mondiali a Parigi per il futuro dell’economia globale
Secondo quanto è stato riportato martedì 20 giugno dall’agenzia di stampa Reuters, il presidente francese Emmanuel Macron ospiterà un summit giovedì e venerdì per delineare una tabella marcia al fine di ridurre i debiti dei Paesi a basso reddito e allo stesso tempo liberare più fondi per il finanziamento climatico.
Il vertice Summit for a New Global Financing Pact riunirà decine di leader nella capitale francese con l’obiettivo di creare un consenso di alto livello su come far progredire una serie di iniziative attualmente in difficoltà in enti quali il G20, il Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund, IMF), la Banca Mondiale (World Bank, WB) e le Nazioni Unite.
Soluzioni per i debiti dei Paesi a basso reddito
Molti dei temi all’ordine del giorno, che spaziano dalla riduzione del debito al finanziamento climatico, prendono in considerazione le proposte di un gruppo di Paesi in via di sviluppo, guidato dalla premier delle Barbados, Mia Mottley, soprannominato “iniziativa Bridgetown“, un piano d’azione per riformare il sistema finanziario globale in modo che il mondo possa rispondere meglio alle crisi attuali e future, in particolare quella legata al cambiamento climatico.
Avinash Persaud, inviato speciale di Mottley per il finanziamento climatico, ha affermato che si sta andando verso un mondo che riconosce che si deve aumentare massicciamente il settore pubblico e concentrarsi sulla costruzione di resilienza e adattamento, in quanto è difficile finanziare in altro modo.
Sebbene non si prevedano decisioni vincolanti, i funzionari coinvolti nella pianificazione del summit hanno dichiarato che dovrebbero essere presi alcuni impegni importanti riguardo al finanziamento dei Paesi poveri. Infatti, quasi ottanta anni dopo che gli accordi di Bretton Woods, un insieme di regole economiche internazionali stipulate tra i principali Paesi industrializzati del mondo occidentale, hanno portato a fondare la WB e l’IMF, i leader mirano ad ottenere più finanziamenti da parte degli istituti multilaterali per i Paesi che ne hanno maggiormente bisogno.
In particolare, dovrebbe essere annunciato che è stato raggiunto l’obiettivo di 100 miliardi di dollari presentato nel documento visionato da Reuters il mese scorso; il finanziamento dovrebbe essere reso disponibile attraverso il Fondo Monetario Internazionale per i Paesi vulnerabili, hanno affermato i funzionari.
In realtà, il piano era già stato concordato per la prima volta due anni fa in occasione di un vertice finanziario africano a Parigi e chiedeva ai governi ricchi di prestare i diritti speciali di prelievo (Special Drawing Rights, SDR), ovvero riserve monetarie detenute da questi, all’IFM, che avrebbe poi prestato a sua volta ai Paesi poveri.
Al momento, i governi stanno anche esaminando modi per consentire alla Banca Mondiale di utilizzare la leva finanziaria per prestare di più ai Paesi poveri senza mettere a rischio il suo rating di credito “AAA”, che rappresenta la sua capacità di contrarre prestiti e concedere finanziamenti a tassi molto bassi.
L’aumento dei tassi di interesse globali, infatti, ha lasciato un numero crescente di Paesi a basso reddito dipendenti dal finanziamento dell’IMF, mentre i Paesi più in difficoltà (Etiopia, Ghana, Sri Lanka e Zambia) hanno avuto poco altro da fare se non dichiarare il default.
Il quadro comune del G20 per la ristrutturazione del debito si è rivelato estremamente lento, con i funzionari occidentali che imputano il rallentamento del processo alla Cina, un importante creditore dopo anni di pesanti prestiti.
Una fonte vicina ai Paesi creditori del Club di Parigi ha affermato lunedì che i governi a cui lo Zambia deve denaro prevedono di presentare una proposta di ristrutturazione del debito in tempo per il summit, che è ampiamente considerato un caso di prova per il quadro di ristrutturazione del G20 molto criticato.
Insieme alla pressione dei tassi di interesse, però, i Paesi in via di sviluppo e quelli emergenti stanno lottando per ottenere i 1000 miliardi di dollari di cui gli economisti dicono abbiano bisogno entro il 2030 per finanziare la riduzione delle emissioni di carbonio, aumentare la resilienza climatica e affrontare i danni causati dai cambiamenti climatici. A tal proposito, Persaud ha affermato che ci si aspetta anche il sostegno da parte del Fondo Monetario Internazionale e delle altre banche multilaterali di sviluppo (Multilateral Development Bank, MDB), istituzioni sovranazionali istituite da Stati sovrani provenienti da Paesi sviluppati e in via di sviluppo che ne sono gli azionisti, per offrire 100 miliardi di dollari in garanzie contro i rischi valutari per sbloccare investimenti privati nei Paesi poveri per iniziative climatiche e di sviluppo.
Infine, si prevede che alcuni leader sostengano le proposte da tempo bloccate per un’imposta sulle emissioni del settore marittimo in vista di un incontro il prossimo mese presso l’Organizzazione Marittima Internazionale, hanno dichiarato i funzionari. Inoltre, hanno affermato che sono attese richieste a favore di clausole di rischio catastrofico negli accordi di prestito, che consentono a un Paese di sospendere i pagamenti in caso di catastrofe.