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L’effetto Milei non si placa: nuovo record per i bond argentini in dollari, tra i migliori al mondo nel 2024

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La settimana si è chiusa su una nota positiva per i bond argentini, che continuano la loro corsa avviata con la vittoria elettorale di Javier Milei. Il premier liberale, che predica una strategia di tagli alla spesa pubblica e un provvisorio aumento delle imposte per rimettere in sesto la disastrata economia locale, continua ad avere la fiducia dei mercati. Per quanto riguarda i bond denominati in dollari, il cui andamento è più facile da monitorare del tempo grazie all’assenza dei movimenti artificiali dei cambi, sia quelli in scadenza nel 2029 che quelli in scadenza nel 2030 hanno segnato dei nuovi record nella giornata di ieri. I risultati continuano a lasciar sperare bene per il proseguimento dell’economia argentina, anche grazie alle ultime decisioni annunciate dal nuovo governo.

Il punto più basso per i bond argentini è stato a luglio 2022: da quel momento, la quotazione di quelli in scadenza nel 2029 è più che raddoppiata. Non soltanto, ma anche la più recente emissione di obbligazioni in dollari -la prima a essere ancorata all’andamento del tasso di inflazione- ha dimostrato un ottimo appetito da parte dei mercati. Ora che il governo si è assicurato una fonte di liquidità per fare da ponte ai pagamenti dei bond in scadenza, ci si augura che la stagione di raccolta della soia porti finalmente a un aumento della quantità di valuta estera nelle mani della banca centrale. La fiducia dei mercati, abbassando il tasso d’interesse che il governo deve pagare sul debito pubblico, aiuta a contrastare l’inflazione e ad accelerare la transizione su cui il governo sta lavorando.

I prossimi mesi saranno determinanti per la ripresa economica argentina

Rally del 60% dall’elezione di Milei

In una nota inviata agli investitori, gli analisti di JP Morgan questa settimana hanno scritto di attendersi un consolidamento dei bond argentini. Essenzialmente si aspettano che la strada verso la ripresa sia ancora in pieno slancio e che la volatilità elevata sia transitoria. Gli analisti sottolineano che rimane ancora molto lavoro da fare prima che il paese possa effettivamente rimettersi in sesto e riportare la sua situazione economica verso un andamento più normale, ma per lo meno sembra esserci una grande intesa all’interno del Parlamento per fare in modo che le cose continuino a migliorare nei prossimi mesi e anni.

Gennaio è stato il primo mese in oltre un decennio in cui le entrate per il Tesoro argentino hanno superato la spesa pubblica, un altro risultato significativo che sta dando fiducia ai mercati. Nel frattempo anche le emissioni di bond in euro hanno visto un netto miglioramento delle condizioni negoziate con gli investitori. La speranza è che l’economia argentina, fortemente dipendente dalle esportazioni di materie prime agricole, riesca a utilizzare le entrate di moneta estera corrispondenti ai raccolti di marzo e aprile per mettere in sesto le casse pubbliche. Milei ha indicato più volte marzo e aprile come i mesi più importanti per uscire dalla fase più buia della crisi economica argentina.

Il grafico mostra l’andamento dei bond argentini in scadenza nel 2030 nell’ultimo anno

Terzo miglior performance al mondo

I bond argentini, nel 2024, sono stati i terzi a rendere di più al mondo. Hanno fatto meglio solo Ecuador e Pakistan, dove però la situazione è solo in lieve miglioramento rispetto a una crisi che sembra ancora molto profonda. In Argentina si nota una performance molto positiva soprattutto per i bond a medio e lungo termine, indicando che i mercati hanno fiducia riguardo a un cambiamento graduale ma duraturo delle condizioni economiche locali. I mercati stanno premiando anche il fatto che attualmente il supporto politico per questo governo rimane molto alto. Questo è importante per evitare che non si creino delle situazioni instabili a livello governativo, che rischierebbero di portare a passi indietro rispetto al sistema di riforme per la prudenza fiscale che il governo Milei ha portato avanti fino a qui.

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