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Licenziamenti, vendite e joint venture: il piano di Paramount per chiudere la fusione con Skydance

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L’acquisizione di Paramount da parte di Skydance Media è ormai un affare fatto, ma prima di procedere con le formalità gli acquirenti chiedono all’azienda di ristrutturare l’azienda. Il piano annunciato dal management di Paramount è molto dettagliato e altrettanto duro: già nelle prossime settimane le tre parole chiave per la società saranno joint venture, vendite e purtroppo anche tanti licenziamenti. È la strategia che Skydance ha identificato per fare in modo che il valore della società possa aumentare di tanto e in poco tempo, potenzialmente con l’obiettivo di vendere la società nuovamente nei prossimi anni. Oltre a Skydance Media, che ha guidato l’acquisizione, fanno parte del pool di investitori acquirenti anche Redbird Capital e KKR, la stessa società che sta acquisendo la rete fissa di Telecom Italia.

Paramount è una casa di produzione storica, che ha segnato la storia del cinema e si è rapidamente espansa nel mondo della televisione. Dopo aver conquistato anche il mondo della TV via cavo, sembrava che l’azienda fosse destinata a essere il grande competitor di Disney per il dominio di Hollywood e del piccolo schermo. Questo è proprio il momento in cui sono emersi servizi come Netflix e Amazon Prime Video, che hanno portato i media nel mondo dello streaming online e hanno segnato l’inizio di un declino della TV che si protrae ancora oggi. E mentre Disney ha saputo reinventarsi con successo, Paramount ha fatto troppo poco e troppo tardi.

Per l’acquisizione vera e propria mancano, realisticamente, ancora diversi mesi

Grande piano di licenziamenti in arrivo

Skydance Media e gli altri investitori che hanno optato per l’acquisto di Paramount sono molto chiari: l’operazione andrà avanti solo dopo cambiamenti forti. Il primo di questi è un taglio dei costi da $500 milioni che dovrà essere completato già entro la fine dell’anno e sarà essenzialmente basato sui licenziamenti. Non è ancora chiaro quante persone saranno interessate dagli esuberi, ma si parla di migliaia di dipendenti in pressoché tutte le unità di business del gruppo. L’azienda dovrà anche procedere a disinvestire da tutte le unità di business che non producono profitti: non è nemmeno importante ottenere una buona valutazione, purché si smetta di perdere denaro. L’unica eccezione sarà Paramount+, per la quale si prevede un piano diverso.

Il piano andrà avanti indisturbato dopo che l’ex-CEO Bob Bakish, il più forte oppositore dell’acquisizione da parte di Skydance, ha lasciato l’azienda. Da quel momento alla guida di Paramount c’è un team di manager che insieme formano “l’ufficio del CEO”, sotto la stretta supervisione dell’azionista di maggioranza Shari Redstone che possiede ancora il 77% dell’azienda. Proprio lei è stata invece la principale promotrice dell’accordo con Skydance, nella speranza di frenare la svalutazione delle azioni che ancora possiede del colosso mediatico.

Paramount+, il gioiello di famiglia, è la chiave di volta di questa acquisizione

Paramount+ in cerca di joint venture

La gallina dalle uova d’oro per Skydance e le altre società che stanno partecipando alla cordata di acquisizione è Paramount+. Il servizio di streaming di Paramount è stato lanciato relativamente tardi e ha faticato a crescere, ma nonostante ciò oggi vanta circa 70 milioni di abbonati. Si tratta dell’unità di business che cresce al ritmo più alto in termini di ricavi, ma tecnicamente sta ancora operando in perdita. Skydance sa che gli abbonati e i contenuti di Paramount+ fanno gola a tutti i grandi competitor dell’arena dello streaming online: l’obiettivo del management è formare una joint venture con uno dei colossi, approfittando della loro concorrenza per alzare la valutazione del servizio. Sul valore di questa joint venture si gioca la gran parte della scommessa di Skydance e soci per concludere l’acquisizione con profitto.

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